venerdì 1 agosto 2014

ANTROPOLOGIA. BRASILE DEL NORD. REDAZIONE, Amazzonia, primo contatto con gli indigeni rimasti isolati dal mondo, CORRIERE DELLA SERA, 1 agosto 2014

Erano rimasti isolati dal mondo, completamente. Nessun contatto nè fisico nè visivo. Almeno finora. Un gruppo di indigeni dell’Amazzonia ha preso contatto per prima volta nei giorni scorsi con la tribù dei Ashaninkas, nel nord del Brasile. Gli indigeni, secondo quanto spiegano diversi osservatori, sono fuggiti dal loro territorio, in Perù, a causa degli attacchi dei narcotrafficanti e dei taglialegna abusivi che operano nella regione. Secondo Carlos Travassos, responsabile per le tribù isolate della Fondazione Nazionale degli Indigeni Brasiliani (Funai), il primo contatto è avvenuto lo scorso 26 giugno, quando un primo gruppo di uomini è stato avvistato mentre attraversava il fiume Envira per raggiungere gli ashaninkas. Travassos ha raccontato al sito del giornale «Globo» che gli indigeni isolati erano nudi, armati di arco e freccia e «fischiavano e facevano rumori come se fossero animali», probabilmente come misura di protezione per avanzare nella giungla.

GUARDA IL VIDEO: http://video.corriere.it/amazzonia-ecco-ultimi-indigeni-rimasti-isolati-mondo/dc0171d6-1953-11e4-91b2-1fd8845305fa


In fuga dai narcotrafficanti e dai taglialegna abusivi
Dopo una serie di approcci prudenti, e grazie alla mediazione di due interpreti che conoscono il tipo di dialetto Tano-Pakana usato dagli indigeni isolati, i responsabili locali del Funai hanno stabilito che erano «alla ricerca di tecnologia - asce, coltelli e pentole - perché apparentemente sono in conflitto con gruppi non indigeni». Uno degli uomini che ha parlato con loro, José Correia, ha raccontato a Globo che «ci hanno detto che sono stati attaccati da non indigeni, e molti di loro sono anche morti a causa dell’influenza e della difterite». La loro tribù sarebbe costituita da poche decine di persone. Le immagini diffuse dai ricercatori mostrano un gruppo di indigeni che gesticolano in modo assolutamente incomprensibile, e che quando si avvicinano agli interpreti mostrano una certa curiosità per questi uomini con indumenti addosso. Dopo la prima fase di studio, l’insolita conversazione può cominciare.
«Il contatto li mette a rischio morte»
La politica del Funai per la protezione degli indios isolati è quella di non cercare nessun contatto, rispettando l’autodeterminazione di questi piccoli popoli, facendo però un lavoro di tutela del loro territorio. Tuttavia sono previsti interventi ed azioni di emergenza se gli indios cercano di stabilire un contatto, come successo al confine tra Brasile e il Perù.«Per gli Indiani incontattati che vivono nella foresta amazzonica brasiliana vicino al confine con il Perù c’è il rischio di “tragedia” e “morte” - spiega l’organizzazione Survival International - i popoli incontattati sono i gruppi umani più vulnerabili del pianeta. Nonostante le immagini dimostrino che sono in buona salute, non hanno difese immunitarie verso malattie comuni come l’influenza e il morbillo, che in passato hanno spazzato via intere tribù». Francesca Casella Direttrice di Survival per l’Italia, spiega: «Nel mondo sopravvivono solo circa 100 tribù incontattate. Le malattie esterne costituiscono per loro una minaccia mortale, perché non hanno difese immunitarie verso virus da noi molto comuni, come l’influenza, il morbillo o la varicella. Purtroppo, non è infrequente che il primo contatto stermini un popolo completamente. Nella storia è già accaduto molte volte. I Panará del Brasile furono decimati da una strada spianata attraverso la loro terra negli anni ’70. Arrivarono centinaia di operai e, con loro, si diffusero ondate di epidemie letali. Su 400 persone, ne sopravvissero solo 69» .

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