lunedì 6 febbraio 2023

TECNOLOGIE DISPOSITIVI E NOMOFOBIA. REDAZIONE, Il 75% dei bimbi tra 6 e 9 anni usa già lo smartphone. E 2 italiani su 5 soffrono di 'nomofobia', LA STAMPA, 6 febbraio 2023

 Il 75% dei bambini tra i sei e i nove anni usa già uno smartphone. Percentuale che sale al 96% nella fascia d’età compresa tra i 10 e i 13 anni. Un terzo di loro lo fa in totale autonomia, lontano dallo sguardo dei genitori, che usano il parental control nel 36% dei casi. Una ricerca condotta da Swg per Italian Tech e Telefono Azzurro fa luce sull’uso dello smartphone da parte dei più giovani, analizzandone abitudini e rischi. Il risultato completo della ricerca sarà presentato domani 7 febbraio alla Camera dei Deputati in occasione dell’Internet Safer Day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete, promossa da Telefono Azzurro e Italian Tech, il verticale di approfondimento del Gruppo GEDI sulla tecnologia.

 

Il 72% ritiene lo smartphone una innovazione positiva

L’analisi di SWG rivela che 3 italiani su 5 ritengono che lo smartphone sia un’innovazione positiva. Uno strumento che nel complesso ci ha migliorato la vita. Convinzione più diffusa tra la Generazione Z (72%), ma che trova d’accordo anche la maggioranza degli adulti. Luci. Ma anche qualche ombra. Come quelle che riguardano la privacy e il rischio che l’uso dei device porti a un decadimento del benessere psichico. Focus anche sulla “nomofobia”, ovvero la paura di rimanere sconnessi e privi del proprio telefono, colpirebbe 2 italiani su 5 con un’incidenza maggiore tra i lavoratori e chi vive nelle grandi città.


L’abuso dello smartphone tra i giovani esiste ed è riconosciuto da tutte le generazioni. A cominciare dagli adulti. I giovani Gen Z (ovvero i nati tra la metà degli anni Novanta e gli anni Dieci) sono però divisi nel valutare il fenomeno: il 38% lo considera “una reazione eccessiva a un fenomeno che gli adulti non riescono a capire”, spiega la ricerca; quasi la stessa percentuale di quanti denunciano invece “un abuso tra i loro coetanei” (39%). Sempre secondo le fasce d’età più senior, l’allarme giovani riguarderebbe soprattutto la difficoltà nel socializzare e la capacità di esprimersi e argomentare.

 

Lo smartphone è "come la cocaina"?

Se lo smartphone possa considerarsi “come la cocaina”, riprendendo il paragone contenuto nella circolare del Ministero dell'Istruzione alle Scuole accompagnata da uno studio del Senato sugli effetti dannosi dello smartphone sui giovani, l’85% dell’opinione pubblica risponde che il problema esiste ma è un errore pensare che sia solo dei giovani. Per due terzi il problema andrebbe ridimensionato e i giovani trattati con più rispetto. E forse dietro a queste parole c’è la paura del futuro che gli adulti non capiscono (55%, +11 tra i Gen Z).

Nessun commento:

Posta un commento