domenica 28 ottobre 2012

DIPENDENZE ED INFLUENZE TECNOLOGICHE. SCALFARI E., Assassini con la tastiera, L'ESPRESSO, 18 ottobre 2012


Una ragazza canadese spinta al suicidio da una persecuzione via Internet. Il caso di Amanda Todd deve farci riflettere sulla dipendenza dalla Rete e sui suoi effetti psicologici. Che riguardano soprattutto i giovani

Amanda Todd, una giovane canadese di 15 anni, si è suicidata per una persecuzione messa in atto da un personaggio sconosciuto attraverso Internet, utilizzata per diffondere tra i suoi compagni di classe alcuni comportamenti "discutibili". L'intera vicenda è a dir poco sconvolgente.

Il personaggio sconosciuto contatta Amanda via Internet e dopo un breve corteggiamento a distanza la prega di consentirgli di fotografarla a seno nudo. Dopo qualche pudica resistenza Amanda accetta. Passa un anno, poi d'improvviso la ragazza si accorge che i suoi compagni di scuola la beffeggiano e la insultano; infine la informano d'aver ricevuto la foto in questione. Contemporaneamente la foto appare sul social network della scuola e sui siti di tutti gli studenti che la frequentano.

AMANDA CERCA DI DIFENDERSI ma viene sempre più respinta e insultata. A questo punto uno dei suoi compagni le confessa di essersi innamorato di lei e manifesta la sua indignazione per come viene trattata. Segue un breve periodo di corteggiamento fino a quando i due decidono di far sesso, ma quando lei esce dalla casa del suo "innamorato" trova davanti al portone una piccola folla che la insulta e la sbeffeggia; tra quei giovani c'è anche il suo innamorato che fa parte di quel coro di persecutori ed è lui infatti ad aver organizzato la trappola.

Amanda cade in una fortissima depressione, si droga per evadere da quell'incubo. Passano alcuni mesi, la ragazza si ricovera in una clinica per disintossicarsi, ma viene sempre più perseguitata. Tenta di suicidarsi ma viene ripresa in tempo. Il personaggio sconosciuto da cui è partita l'intera vicenda manda in rete l'etichetta del farmaco da lei usato per suicidarsi. Altra ondata di dichiarazioni sui blog dove, tra insulti e irrisioni le si consigliano farmaci e veleni più efficaci per darsi la morte. Dopodiché il suicidio che questa volta raggiunge l'effetto voluto.

Questa è la storia. Raccapricciante, tanto più che gli insegnanti di quella scuola dichiarano che gli studenti sono tutti giovani perbene, seri e studiosi e che non hanno commesso nulla di riprovevole nei confronti della vittima.

DUE PROBLEMI SI PONGONO a questo punto: il giudizio sulla condotta di quei ragazzi e sulla scuola e sulle famiglie che li hanno educati e - secondo - l'efferata potenza di Internet quando la tecnologia diventa strumento di vera e propria tortura. Il giudizio non può che essere estremamente negativo. Non sappiamo se le autorità scolastiche interverranno come dovrebbero; in realtà dovrebbe intervenire anche la magistratura e individuare l'identità del misterioso persecutore: si può essere un "serial killer" anche usando la tecnologia che protegge l'anonimato.

Ma c'è un terzo problema implicato in queste riflessioni ed è quello della dipendenza dalla rete e degli effetti che ne derivano sulla psicologia delle persone. La dipendenza è già da tempo oggetto di studi e di sondaggi da parte di istituti specializzati esistenti in tutto il mondo e specialmente nel Nord-America. Si ha dipendenza quando una persona passa mediamente otto ore al giorno cliccando e viaggiando sulla rete. I risultati delle numerose indagini effettuate danno cifre diverse da luogo a luogo ma alcuni dati ricorrono in tutte: i più coinvolti nella dipendenza sono i giovani tra i 14 e i 25 anni; la media dei vari test oscilla attorno all'8 per cento; tre quarti di questi "navigatori in rete" sono giovani e un quarto adulti al di sopra dei 25 anni. Gli effetti psicologici più ricorrenti sono il senso di solitudine, l'impossibilità di uscire dalla dipendenza, l'ottundimento della socievolezza fisica con altre persone, la decadenza culturale dei soggetti in questione.

Infine, ed è il segnale più preoccupante, l'aumento numerico delle persone affette da queste "disturbo mentale" da vent'anni a questa parte. La rete procura certamente molti e importanti vantaggi alla società moderna ma contiene anche terribili pericoli ai quali nessuno finora ha tentato di porre un serio riparo.

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