sabato 22 dicembre 2012

DISOCCUPAZIONE E SUICIDI. WILMA PETENZI, Bocciato al concorso, si uccide , IL CORRIERE DELLA SERA, 22 dicembre 2012


Sperava in un posto all'ufficio tecnico in Comune. Bocciato all'esame orale ha raggiunto il depuratore dove si è impiccato


In quel posto di lavoro aveva riposto tutte le sue speranze, l'ha considerato l'occasione della sua vita. Un'occasione estrema, senza possibilità di replica. Ieri mattina quando poco prima di mezzogiorno ha saputo che il posto di istruttore tecnico al Comune di Roccafranca per la durata di 12 mesi non sarebbe stato suo gli è crollato il mondo addosso. Si è allontanato dall'edificio comunale, ha raggiunto il depuratore, in aperta campagna, e si è impiccato. Aveva solo trent'anni. L'hanno trovato poco dopo l'una e mezza. Non c'è stato nulla da fare. Non hanno potuto rianimarlo i soccorritori del 118, hanno avvisato i carabinieri della compagnia di Chiari e il magistrato di turno. Il trentenne che ha scelto di morire non ha lasciato alcun biglietto ai familiari, ma chi gli voleva bene ha subito capito che quel gesto estremo era legato all'esito dell'orale di ieri mattina; la decisione è maturata dopo aver saputo l'esito della prova. Era uscito presto di casa per andare in Comune. Questa opportunità la attendeva da tempo, si era preparato e ci aveva investito tanto.
Il 10 dicembre, insieme a altri 39 candidati, aveva effettuato la prova scritta: con gli attrezzi del mestiere - mine, matite, temperino, riga a T, squadre, compasso, scalimetro, gomma e calcolatrice - era stato al plesso scolastico polivalente di Roccafranca, in piazzale Avis. Alle 9.30 di lunedì scorso l'aspirante istruttore tecnico si era presentato con altri giovani, ragazze e ragazzi, pronti a mettersi in gioco per un contratto di un anno. Quasi una manna visti i tempi, dodici mesi di stipendio garantito, contributi, ferie e, soprattutto, pratica e formazione. Dodici mesi per guadagnare qualche soldo, mettersi alla prova sul campo e imparare la professione. I quaranta hanno avuto alcune ore per redarre un progetto di un'opera pubblica dando dimostrazione di quanto imparato nel corso degli studi, nei vari stage e nei contratti a termine strappati tra pubblico e privato. Per il trentenne il progetto è andato bene: è rimasto chino per ore sul foglio, piazzando squadre e tirando righe per dare vita a una struttura che gli cresceva nella mente. In cinque hanno superato la prova scritta conquistando la possibilità di affrontare la prova orale. E ieri mattina, con l'ansia e lo stress che accompagnano gli esami, con la consapevolezza che poteva essere un'occasione d'oro, il 30enne ha raggiunto il Comune di Roccafranca per l'orale, forte del punteggio di 21/30 preso nella prova di progettazione.
Erano in cinque per un solo posto, il successo non era impossibile. Solo uno dei cinque candidati a mezzogiorno ha brindato. Per gli altri quattro giovani c'è stata solo delusione, ma anche la possibilità di affrontare altre prove, altre selezioni, altri esami. Avrebbe dovuto essere così per tutti e quattro, ma nella testa e nel cuore del trentenne è scattato qualcosa. Quando ha visto che non era il nuovo istruttore tecnico del Comune se ne è andato a testa bassa, stretto nel giubbotto pesante. Si è lasciato il paese alle spalle, si è procurato una corda e poi ha raggiunto il depuratore. Forse ci ha pensato su un attimo, forse ha fissato per un po' la corda, ma non ha cambiato idea. Oppure non ci ha nemmeno pensato e quando è stato in campagna ha messo in atto il progetto che aveva maturato: ha preparato il cappio e si è appeso. La sua vita è finita poco dopo mezzogiorno. Dopo la bocciatura a un concorso per un posto di 12 mesi in Comune.

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