lunedì 11 febbraio 2013

NARCISISMO E SOCIETA' CONTEMPORANEA. RISPOSTA A MASSIMO RECALCATI. SCALFARI E., Anche Gesù era un narcisista, L'ESPRESSO, 7 febbraio 2013

La letteratura di marca freudiana ha come personaggio principale delle sue analisi terapeutiche la figura mitologica di Narciso. Anche le grandi opere narrative ne fanno quasi sempre la figura centrale; pensate al Julien Sorel del "Rosso e Nero" di Stendhal, pensate alla "Recherche" proustiana e in tempi a noi più vicini ai personaggi in gran parte autobiografici dei romanzi di Roth e di Saul Bellow.



Ma il primo che teorizzò il dominio sull'anima umana dell'amore di sé fu il duca de La Rochefoucauld nelle sue Massime. Lo chiamava "amour propre" distinguendolo dall' "amour pour les autres" e ne enumerava i pregi e i difetti.

GLI ANALISTI FREUDIANI tendono invece a identificarlo in un disturbo psichico e hanno orientato la loro terapia a farlo emergere a livello della coscienza sperando che la consapevolezza del narcisismo nel soggetto analizzato riesca a limitarne i danni se non addirittura a eliminarlo. Questa posizione è comprensibile poiché chi si rivolge alla terapia psicoanalitica è normalmente una persona disturbata e spesso il disturbo che lo affligge è proprio il narcisismo che ha oltrepassato la soglia fisiologica diventando patologia. Si aggiunga che gran parte delle persone non sa o comunque nega risolutamente che la sua psiche sia affetta di narcisismo; nel linguaggio corrente quella parola ha un senso peggiorativo perché è sinonimo di egoismo e le persone non ammettono mai di essere egoiste, cioè di privilegiare l'io all'amore per gli altri. Su questo tema insomma quasi nessuno dice la verità salvo che sul lettino dell'analista.

L'argomento è diventato di stretta attualità da quando la pubblicistica ha scoperto che le società moderne hanno l'egoismo come caratteristica principale. In realtà hanno scoperto l'acqua calda: tutte le persone, tutte le società, tutte le corporazioni, tutte le nazioni, insomma tutti i soggetti individuali o collettivi sono egoisti, privilegiano su tutti gli altri l'amore di sé quale che sia la loro condizione sociale, sicché Narciso è la figura mitologica fondamentale, la vera e propria icona da sempre, da quando la scimmia si sollevò da terra su due gambe e il suo cervello cominciò a pensare e il suo linguaggio a pronunciare la parola "io". Non a caso l'assunto principale della filosofia di Nietzsche si esprime con la frase che ciascun individuo è il centro del mondo. Non si ritiene ma realmente è il centro del mondo poiché non può guardare il mondo, cioè tutte le cose e le persone che lo circondano, se non dal proprio punto di vista. Perciò è lui il centro e tutto il resto non è che una circonferenza o se volete la sua periferia.

HO LETTO NEI GIORNI SCORSI sulle pagine culturali di "Repubblica" un interessante articolo di Massimo Recalcati che ha proprio Narciso come tema portante. Sostiene l'importanza di guardarsi allo specchio (ma naturalmente in senso metaforico): solo guardandosi allo specchio ci si vede e ci si innamora di sé. Narciso infatti si guardava nelle acque di un lago e si innamorò a tal punto di quella sua figura che alla fine cadde nel lago e morì.

Mi par di capire che Recalcati consideri negativamente l'innamoramento di sé. Se questo è il suo pensiero e il suo giudizio, debbo dire che sbaglia e di grosso: ciascuno di noi vive in propria compagnia ventiquattr'ore su ventiquattro e guai se non amasse se stesso. La sua vita diventerebbe un inferno e non durerebbe a lungo. Chi vive a disagio con se stesso e si disistima cade quasi sempre in stati di depressione che sovente si trasformano in psicopatia e talvolta inducono al suicidio.

LA FIDUCIA IN SE' e quindi l' "amour propre" è un requisito fondamentale e deriva direttamente dall'istinto di sopravvivenza che è il fondamento di tutti gli esseri viventi, dagli animali ai vegetali. L'amore di sé e la fiducia che ne deriva sono la condizione necessaria per vivere e sopravvivere, per progettare il futuro, per ricordare il passato e celebrarlo. Il primo racconto che fonda la letteratura occidentale è l'Iliade e che cos'altro è quel poema se non l'epica degli eroi? E che cosa sono gli eroi se non dei narcisi che si specchiano nelle proprie imprese, nelle proprie vittorie, nel proprio coraggio? Narciso tuttavia non è un dio, non ha un seggio in Olimpo. Nel politeismo ellenico non esiste un dio Narciso come non esiste in nessun'altra religione. Salvo una: quella che ha come punto di riferimento essenziale anzi esclusivo Gesù Cristo figlio di Dio, che assume natura umana per assicurare la salvezza delle creature.

Il miracolo che Cristo dovrebbe compiere sarebbe quello di abolire l'egoismo. In realtà si tratta d'un tragitto amoroso al termine del quale ci sarà l'amore di tutto il mondo cristiano per Cristo Salvatore. Non suoni blasfemo se dico che Gesù di Nazareth figlio dell'uomo fu un caso stupefacente e, questo sì, miracoloso di narcisismo ottenuto attraverso il suo sacrificio e l'immenso amore che tutti i cristiani indirizzarono e indirizzano verso la sua figura

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