domenica 29 maggio 2016

CONFRONTI. C. LANGONE, Manuale per resistere alle nuove ideologie che ci rovinano la vita, IL GIORNALE, 29 maggio 2016

A MBIENTALISMO Gli amici dovevano smetterla di turbarsi per l'adesione di Bergoglio al pensiero parascientifico dominante. Io non ci trovavo questa grande discontinuità: Papa Francesco praticava la superstizione ambientalista (anche ieri ha parlato di «sviluppo sostenibile») così come Papa Urbano VIII praticava la superstizione tolemaica.



Il Pontefice regnante credeva, o mostrava di credere, che il riscaldamento globale fosse dovuto all'uomo così come il Papa di Galileo credeva, o mostrava di credere, che il sole ruotasse intorno alla terra. Ignoranza? Compiacenza? Benevolenza nei confronti dei fedeli sempliciotti, giudicati incapaci di sopportare la verità intera? Oppure calcolo gesuitico, politico, per posizionarsi fra i buoni e accedere all'unico pulpito dal quale in quel tempo fosse possibile predicare? Non lo sapevo. Sapevo che l'ambiente era materia opinabile e non dogmatica, quindi fossi andato all'inferno non sarebbe stato per il mio costante boicottaggio della raccolta differenziata. Mi dispiaceva soltanto che nei secoli futuri Francesco dovesse passare per Papa oscurantista, uno che credeva all'utilità delle pale eoliche così come nel Seicento si credeva all'utilità dei salassi.
ESTINZIONISMO Vedevo infecondità ovunque, non solo nei sempre più tragici rapporti Istat sulla natalità. La vedevo perfino dal fruttivendolo, ad esempio durante la stagione dell'uva quando sempre più persone chiedevano uva senza semi. Spesso erano persone giovani: vittime di precoci problemi digestivi? Non credo, non tutti almeno, ci doveva essere dell'altro. Nella stagione degli agrumi in tanti compravano le clementine, il cui pregio pare fosse quello di non avere semi. Avevano questi clienti esigenze di galateo? Sembrava loro inelegante sputare i semi di arance e mandarini? Molti consumatori di frutti infruttuosi saranno stati pro-bio e anti-Ogm, come se in natura potesse esistere qualcosa privo di semi. Percepivo una coerenza, un legame, forse un contagio, tra l'accanimento anticoncezionale che aveva trasformato le camere da letto in palestre asettiche e questa mania dei frutti apireni. Fossero stati sinceramente organici ed ecologici, gli italiani avrebbero preteso frutta con tanti semi, sarebbero inorriditi all'idea di castrare i gatti e avrebbero fatto l'amore senza preservativo. Ma erano soltanto ipocriti malati di estinzione.
EUROPEISMO Avrei voluto che venisse letto e preso sul serio, Hans Magnus Enzensberger: Il mostro buono di Bruxelles sotto il garbo quasi settecentesco nascondeva un durissimo atto di accusa contro il Leviatano europeo. Era importante che l'autore fosse un tedesco: così l'avrebbero piantata di dire che l'antieuropeismo era fenomeno provinciale e meridionale. Era importante che fosse un letterato anziché un politico: se letterario era quel testo che si poteva proficuamente leggere più di una volta, Il mostro buono non sarebbe stato gettato dopo la prima scorsa e avrebbe influenzato a lungo. Era importante che Enzensberger non si fosse appiattito sul presente ma avesse individuato un legame fra l'oppressione occulta della burocrazia attuale con quella clamorosa di tirannie trascorse: «Napoleone e Hitler, entrambi falliti nel tentativo di imporre a questo continente una camicia di forza». Era importante che all'ormai pluridecennale svendita di storie e culture non trovasse moventi economici (come farebbe un qualunque dietrologo da internet o cabernet) bensì morali: la hybris dei dominatori e l'accidia dei dominati.
IMMIGRAZIONISMO «Non solo per l'Antico Testamento ma anche per Gesù il precetto di amare il prossimo vale solo in riferimento a coloro che sono prossimi nella stessa comunione, stesso popolo, stessa fede. Nei Vangeli non si parla certo di un amore universale esteso a tutti gli uomini» scriveva Sergio Quinzio a Guido Ceronetti in una lettera del 1975 poi nel formidabile carteggio pubblicato da Adelphi, Un tentativo di colmare l'abisso. Sollecitato da Quinzio, e nel momento in cui la tubercolosi portata dagli invasori cominciava a colpire i militari della Marina che con gli invasori erano venuti a contatto, rilessi Matteo, 15 dove Gesù chiamava cani gli infedeli e compiva un miracolo a favore di uno di questi ma solo dopo la di lui conversione. Dagli italiani, in divisa e in borghese, si pretendevano miracoli, moltiplicazione di pani pesci centri d'accoglienza, e stavolta senza niente in cambio: né conversione né assimilazione, nulla. Insomma, agli italiani si stava chiedendo di essere più santi e più potenti di Cristo: soltanto al diavolo poteva venire in mente una richiesta simile.
ISLAMISMO Perché i coranisti anziché di preti facevano strage di vignettisti? Perché la verità sul Corano non la dicevano i preti, la dicevano i vignettisti. Perché anziché contro i politici si erano accaniti contro i vignettisti? Perché a difenderci dal Corano non erano i politici, erano i vignettisti. I coranisti avevano individuato l'unico vero argine contro la sottomissione dell'Europa al loro libro nefasto, un argine denominato Libertà di Espressione, avevano notato quanto fosse già corroso dalle nutrie del politicamente corretto e avevano cominciato a farlo saltare. I morti di Charlie Hebdo non erano semplicemente vittime, erano martiri. Nonostante il giornalismo satirico non sembrasse avere titoli per produrre figure così esemplari. Altre erano le istituzioni abilitate a produrne. Sarebbe stato meglio per la Chiesa, per l'onore della Chiesa, che avessero sparato a qualche vescovo, e per lo Stato, per l'onore dello Stato, che avessero sparato a qualche ministro: ma ad Allah il sangue tiepido non piaceva.
OMOSESSUALISMO Ida Magli su Libero parlava di «incitamento all'omosessualità» che aveva devirilizzato il maschio europeo facendone un mollusco incapace di difendere le proprie donne, a Colonia e in tutte le altre città dove gli invasori, la notte del Capodanno 2016, avevano inaugurato la pratica della violenza sessuale di massa. La legge incombente sulle unioni civili era appunto un incitamento all'omosessualità. Non alla pratica erotica dell'omosessualità, che agli Stati non doveva interessare. Bensì alla pratica sociale dell'omosessualità, che agli Stati doveva interessare in quanto concausa del crollo demografico e quindi previdenziale. Anche monsignor Galantino, segretario della Conferenza episcopale italiana, sul simpatetico Corriere incitava all'omosessualità: per quel vescovo ipocredente riconoscere le unioni civili era nientemeno che un dovere. Dovere? Pensai che a quel punto il dovere fosse, per i padri di famiglia, rifiutarsi di pagare la reversibilità della pensione ai sodomiti benedetti dai preti di potere.
SUPEROMISMO Razzista ero io perché contrario alla sostituzione, via barcone, del cristianesimo con l'islam, della libertà con la sottomissione, non invece la coppia sterile che in clinica voleva garanzie sulla «compatibilità etnica e fenotipica» del figlio che stava comprando. A questo pensavo leggendo Fine della maternità di Eugenia Roccella, un libro necessario ma un libro triste ma un libro breve e perciò leggibile anche da chi di trafficanti di sperma e di vampiri succhiaovuli non avrebbe voluto nemmeno sentir parlare. Io ero da imbavagliare siccome chiedevo agli adulti stranieri compatibilità religiosa e culturale, mentre chi esigeva dai bambini pelle, capelli, occhi del colore giusto trovava portavoce in ogni parlamento e tribunale. Domande retoriche. Per far accettare una selezione razziale nazistoide e una manipolazione genetica non ammessa per piselli e soia era sufficiente dire che tutto ciò rappresentava un'avanzata dei diritti e del progresso. Perché «Satana si maschera da angelo di luce».

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