mercoledì 11 luglio 2018

LA SITUAZIONE DEI MEDIA. RAPPORTO AGCOM. REDAZIONE, AgCom consacra la tv liquida. "Rischi sui Big Data, adesso servono soluzioni", REPUBBLICA.IT, 11 luglio 2018

ROMA -  Il 2017 è stato "l'anno della definitiva consacrazione della televisione liquida, con una stima di circa 3 milioni di cittadini che guardano abitualmente la tv in streaming mentre un numero 3 o 4 volte superiore scarica abitualmente contenuti televisivi sui propri device". Nella sua Relazione al Parlamento, Angelo Cardani, presidente dell'AgCom, precisa che la tv tradizionale manifesta comunque importanti segni di tenuta" sia in termini di risorse sia di ascolti, con 25 milioni di contatti medi nel prime time".



Cardani riflette anche sull'enorme massa di dati digitali in circolazione su Internet, i Big Data: un fenomeno che presenta molti "rischi" e necessita di "soluzioni". Tra i primi rischi, l'esistenza di "un ecosistema governato da poche grandi multinazionali" e la possibile "alterazione dell'ecosistema informativo planetario". Le soluzioni corrono lungo tre direttrici: disciplina dei mercati, neutralità e trasparenza degli algoritmi, le formule che regolano il traffico dei dati.
AgCom consacra la tv liquida. Rischi sui Big Data, adesso servono soluzioni
Quanto al mercato di riferimento, i ricavi del settore delle comunicazioni, nel 2017, hanno raggiunto quota 54,2 miliardi di euro, in crescita dell'1,2% rispetto all'anno precedente: la fetta più grossa (32,2 miliardi, +0,9%) è delle comunicazioni, con la rete fissa che cresce del 3,8% a 16,4 miliardi e la mobile che cala dell'1,9% a 15,8 miliardi. I media registrano un calo dello 0,9% a 14,6 miliardi e il settore postale cresce del 6,6% a 7,4 miliardi.
AgCom consacra la tv liquida. Rischi sui Big Data, adesso servono soluzioni
Il settore televisivo resta molto concentrato, con i primi tre operatori che detengono nel 2017 circa il 90% delle risorse complessive e "quote non dissimili fra di loro": al primo posto si colloca 21st Century Fox - Sky Italia - con una quota del 33% (in crescita di 1 punto); segue il gruppo Rai con oltre il 28%, pur in contrazione (-1,5 punti rispetto al 2016). Al terzo posto, con un peso pari al 28% (sostanzialmente invariato), il gruppo Fininvest- Mediaset.

Quanto all'editoria, nel 2017 "il valore economico del settore dell'editoria quotidiana e periodica registra una ulteriore flessione: 3,6 miliardi di ricavi complessivi, ossia il -5,2%. Il settore nell'ultimo decennio ha perso all'incirca metà del suo peso economico" e secondo Cardani il problema investe "governo e Parlamento" e richiede "una riflessione di ampio respiro"

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