giovedì 10 ottobre 2019

DISLESSIA. GIORNATA MONDIALE. REDAZIONE, Dislessia, incompresi negli anni Ottanta applauditi adesso: storie di chi ce l'ha fatta, REPUBBLICA.IT, 9 ottobre 2019

Una serie tv che inizia con la brutta pagella di un bambino e finisce dopo 200 episodi con quello stesso bambino, oramai adulto, che si laurea e diventa insegnante. In mezzo anni di voti bassi e una diagnosi di dislessia che gli cambia la vita. Non la conoscete? In realtà è famosissima e molto probabilmente chi sta leggendo l'ha vista: I Robinson. Theo, l'unico figlio maschio della coppia, ha per anni problemi di apprendimento, si impegna ma i suoi voti non decollano fino a quando, proprio prima di gettare la spugna, scopre di essere dislessico e capisce finalmente cosa può fare per affrontare la sua differente capacità di decodifica del testo.


La serie tv è andata in onda negli anni Ottanta e a quel tempo sentir parlare di dislessia in tv era raro, ben pochi inoltre erano gli insegnanti o i genitori a conoscenza dell'esistenza di questo disturbo specifico della lettura (vedi come apparirebbe il sito di Repubblica.it letto da una persona con dislessia), e così i bambini dislessici o con un disturbo specifico dell'apprendimento semplicemente venivano considerati svogliati, poco attenti, 'stupidi'. Il termine non è usato a caso.

Prendiamo due personaggi famosi nati proprio negli anni Ottanta: Mika Andrea Delogu. Mika è un cantautore e showman internazionale, che ha scoperto tardi di essere dislessico. «Ho pensato per tanti anni di essere stupido, non mi rendevo conto che non ero stupido, ma ero come un pesce su un albero». Stesse parole usate dalla conduttrice romagnola nel corso del suo intervento al TedxCaserta: «Per tutta la vita mi sono sentita un po’ stupida perché non sapevo leggere in classe, perché di fronte ad un testo scritto mi venivano gli attacchi d'ansia». Ed è ancora Andrea Delogu, ambasciatrice AID e scelta quest'anno in tale veste anche da Fondazione TIM per la giornata mondiale della dislessia, che nel libro Dove finiscono le parole. Storia semiseria di una dislessica spiega: «A scuola sono riusciti a insegnarmi ben poco perché vent’anni fa la dislessia “non esisteva”. Cioè, ovviamente esisteva, io ero e sono dislessica e lo so bene, ma pochi ne avevano sentito parlare e quindi se eri il più lento della classe, ti sedevi sempre scomposto, scrivevi male, stavi attento solo per pochi minuti, semplicemente eri scarso».

Adesso Andrea Delogu, Mika e tanti altri personaggi come Henry Winkler (il celebre Fonzie di Happy Days diventato autore di libri per bambini sulla dislessia dopo aver scoperto di averla a 31 anni), ma anche i “Pirati dei Caraibi” Orlando Bloom e Keira Knightley e Tom Cruise, solo per rimanere nel mondo dello spettacolo, possono parlarne liberamente e testimoniare cosa significhi crescere con questa difficoltà nella decodifica del testo. Ma perché le loro storie non si ripetano più e per facilitare la vita di bambini con la dislessia sono fondamentali tre semplici condizioni: una diagnosi precoce, insegnati formati in grado di porre in essere delle metodologie didattiche inclusive e strumenti digitali per favorire l'autonomia dell'apprendimento.
Dislessia, incompresi negli anni Ottanta applauditi adesso: storie di chi ce l'ha fatta
Sono questi i tre pilastri su cui Fondazione TIM ha investito fin dal 2009 per facilitare l'apprendimento e, diciamolo pure, 'la vita' di circa 300mila minori, circa il 4 per cento della popolazione scolastica di ogni ordine e grado. Un programma pluriennale che ha permesso la realizzazione di protocolli di screening, campus informatici, libri digitali e la diffusione di un approccio più inclusivo nelle scuole. I progetti - riuniti nella campagna #disleggo: diamo alla dislessia una lettura diversa - sono improntati ad un approccio sistemico per rispondere in modo efficace alle priorità di intervento e sono stati realizzati d’intesa con le istituzioni (MIUR, Ministero della Salute) e insieme  all’Associazione Italiana Dislessia (AID) e altri enti di eccellenza nel campo. Dieci anni di attività per dar vita a uno scenario nuovo e in comune, più inclusivo per le persone con DSA e le loro famiglie.
Dislessia, incompresi negli anni Ottanta applauditi adesso: storie di chi ce l'ha fatta

Ecco quindi gli strumenti a disposizione per insegnati, genitori, pediatri e bambini (ma anche adulti) con dislessia

Diagnosi precoce. Per individuare i segnali del disturbo c'è il portale Dislessia online, dove bambini dai 7 anni, ragazzi e adulti possono effettuare prove di lettura e in caso di lievi difficoltà avviare un percorso di recupero con una sessione finale di verifica dell’apprendimento. La piattaforma indirizzerà coloro che presentano profili a rischio a strutture competenti per una diagnosi più approfondita. Grazie a questo screening on line sarà possibile ridurre fino al 25 per cento il ricorso da parte delle famiglie a specialisti del settore. Ad oggi si sono registrati 30mila accessi alla piattaforma.

Scuole Dyslexia Friendly. Con il progetto Dislessia Amica (un percorso di formazione degli insegnanti per facilitare l'inclusione degli studenti) sono state certificate circa il 60 per cento delle scuole statali sul territorio italiano, dalle primarie alle secondarie di II grado, come “Amiche della Dislessia” e con Dislessia Amica Livello Avanzato si punta all'85 per cento degli istituti. Le famiglie possono consultare a questo link la mappa dei 5mila istituti Dyslexia Friendly.
Dislessia, incompresi negli anni Ottanta applauditi adesso: storie di chi ce l'ha fatta
Libri digitali. L'apprendimento autonomo di uno studente con dislessia può essere notevolmente facilitato grazie ai libri in formato digitale che si relazionino correttamente ai software di  sintesi vocale e di elaborazione del testo.
Fondazione TIM ha avviato e finanziato fino al 2013 il progetto LibroAID per fornire agli studenti con DSA copie digitali dei libri scolastici adottati alle elementari, medie e superiori, opportunamente lavorati per venire incontro alle difficoltà che i ragazzi incontrano nello studio. I libri in questo formato possono essere ordinati attraverso il sito LibroAID, gestito dall'Associazione Italiana Dislessia, in accordo con l'Associazione Italiana Editori. Ad oggi sono stati forniti circa 1.250.000 libri scolastici in digitale a 147.000 studenti nei vari anni scolastici.

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