domenica 19 gennaio 2025

SOCIOLOGIA. SOCIETA' TRANSINDIVIDUALE. RISSO E., Verso la trans-individualità: una nuova relazione tra la persona e il collettivo, DOMANI, 18.01.2025

Dati osservatorio politico e sociale dell’autore, su campioni plurimi di 800 cittadini maggiorenni. Indagine Casi su panel digital Ipsos nei mesi di ottobre e novembre 2024.

Individuo e collettivo sono in fase di ridefinizione, ridisegno e riassestamento. Il 65 per cento degli italiani si dice intensamente interessato alle altre persone, mentre l’89 per cento afferma di sentirsi bene quando collabora con gli altri.

Per l’81 per cento del paese è un piacere passare del tempo con gli altri e per il 91 per cento è importante aiutare le persone che ci circondano. Per il 71 per cento, infine, le reti di prossimità in futuro si rafforzeranno.


Il neo individualismo contemporaneo, con tutta la sua enfasi sul presente e sul pensare a sé stessi, porta con sé anche nuove spinte e bisogni di relazioni più intense, calde, collettive. Porta con sé, per dirla con Etienne Balibar, il transindividuale, la dimensione in cui l'individuale e il collettivo si incontrano e si co-costituiscono reciprocamente.

La relazione tra il soggettivo e il bisogno di legami determina una rivisitazione del senso di comunità e di impegno per gli altri. Il 46 per cento degli italiani afferma: «È mio dovere prendermi cura della mia famiglia, anche quando devo sacrificare ciò che voglio». Il 41 per cento sostiene che i «membri della famiglia devono rimanere uniti, a prescindere dai sacrifici richiesti».

Per l’80 per cento degli italiani c’è bisogno di un nuovo senso di comunità; per il 44 per cento vivere in comunità vuol dire stare in una realtà in cui affrontano insieme le difficoltà per raggiungere una migliore condizione di vita per tutti. Il 58 per cento afferma di avere fiducia nelle persone della propria comunità e per il 68 per cento solo le comunità contribuiscono a dare risposte ai bisogni delle persone. Il 67 per cento, infine, ritiene che solo le comunità limitino le ricadute negative delle differenze sociali.

"Io-noi”

Nel corso degli ultimi decenni il senso di appartenenza e la relazione tra individuale e collettivo ha subito diverse evoluzioni, abbracciando sia il valore della comunità come «tetto sotto il quale ripararsi quando piove molto» (come affermava il sociologo polacco Zygmunt Bauman); sia la ricerca di nuove forme relazionali per soddisfare bisogni emotivi, scambiare supporto reciproco e collaborare per raggiungere obiettivi comuni; sia la dimensione nostalgica e retroattiva (per il 62 per cento del paese «un tempo il mondo era un posto molto migliore»).

Nel cuore della società la relazione “io-noi” mostra molteplici dinamiche. Una parte propugna una visione classica del senso del collettivo, in cui la spinta comunitaria incarna i valori di solidarietà, onestà, inclusione, fiducia. Un’altra parte vive la comunità come chiusura, tutela, come garanzia immunizzante da chi viene.

Infine, una terza parte, spinge verso una dimensione neo-comunitaria, marcata da una nuova dimensione della relazione tra individuo e collettività, tra soggetto e comunità, tra senso dell’ego e senso del “noi”.

Questo ensemble di soggetti è sospinto dal senso di debolezza dell’ego narcisistico e dalla ricerca di nuovi legami. Un agglomerato attratto dalla possibilità di sviluppare nuove forme di comunanza umanistica, dalla ricerca di un nuovo senso esistenziale in cui pace, dialogo, speranza e convivenza ritornino ad albergare.

Processo in divenire

L’incontro tra individuale e collettivo, non è un ritorno al comunitarismo classico, bensì una spinta al transindividuale. Una dinamica che supera la tradizionale dicotomia tra individuo e società, proponendo un approccio in cui questi due poli sono interconnessi e mutualmente costitutivi.

I percorsi contemporanei non sono un fatto compiuto, ma un processo in continuo divenire, che procede attraverso lo sviluppo e il mutare delle relazioni intersoggettive. Il transindividuale sfida l'idea del soggetto autonomo, puramente egotico e autocentrato nello specchio di sé, proponendo un soggetto sempre in relazione con gli altri e sempre alla ricerca di un sé che sia anche sociale, cooperativo, disponibile.

Il transindividuale non è elemento astratto, ma ha implicazioni etiche e politiche. Esso richiama un'etica basata sulla relazione e sulla responsabilità reciproca, piuttosto che su principi astratti o diritti individuali isolati; richiede una politica capace di ripensare la cittadinanza e la democrazia oltre i confini tradizionali della rappresentanza.

Il transindividuale, come sostiene il filosofo francese Etienne Balibar, rappresenta un modo di pensare l'essere umano e la società che supera le dicotomie tradizionali, enfatizzando l'interconnessione e la co-costituzione reciproca di individui e collettività. La dimensione che guida il transindividuale non è né “io”, né “noi”, ma, fondata su un caldo senso di legame, è la “reciprocità”.

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