domenica 1 settembre 2013

ITALIA. DISEGUAGLIANZA SOCIALE ED ECONOMICA. ROBERTA CARLINI, L'ESPRESSO, 30 agosto 2013

Ormai siamo tra i Paesi che hanno maggiori diseguaglianze nei redditi. E, contemporaneamente, fra quelli dove c'è la minore mobilità sociale tra una generazione e l'altra. All'estremo opposto,per capirci, stanno gli Stati scandinavi
(30 agosto 2013)



C'è un'Italia al top, che se la batte con Stati Uniti e Gran Bretagna. Ma non è una gara tanto bella. L'Italia infatti si trova al vertice di quella che con genio comunicativo Alan Krueger, capo degli esperti economici di Obama, ha definito "la curva del Grande Gatsby": un'immagine plastica di quanta eguaglianza c'è nelle nostre società, e quanta mobilità c'è tra i vari gradini della scala sociale.

Nel grafico, elaborato dall'economista canadese Miles Corak, l'asse orizzontale indica la diseguaglianza tra i redditi, quello verticale la mobilità di reddito tra generazioni: in sostanza, il rapporto che c'è tra gli stipendi dei padri e quelli dei figli. Andando dal basso verso l'alto, aumenta l'immobilità. Andando da sinistra a destra, cresce la diseguaglianza.


Un paese può essere molto diseguale, ma avere una forte mobilità tra generazioni: il figlio del povero può farsi strada e diventare ricco. Era la base dell'American Dream, amaramente smentita dalla curva di Gatsby: non a caso entrata nei report del consiglio economico per Obama, e ora oggetto di un dossier del Journal of Economic Perspectives.

Dove si legge: in paesi come Usa, Gran Bretagna e Italia almeno metà dei propri vantaggi economici viene dal fattore-famiglia, che invece pesa solo un quinto sui figli di norvegesi, danesi, finlandesi. Il consiglio è di correre ai ripari, investendo alla grande sulle politiche, come quelle scolastiche, che riequilibrino un po' i pesi tra i figli. E da noi? Arriverà la discussione sulla curva del ricco e raffinato Gastby anche nel paese dei milionari senza gusto?

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