domenica 16 febbraio 2014

IL FUTURO DELLA SCUOLA ITALIANA: STUDIARE DI MENO PER PRODURRE DI PIU'. DA 'TUTTOSCUOLA' , 28 novembre 2013

Dai lettori Giovanni Cocchi e Bruno Moretto abbiamo ricevuto l'email che di seguito pubblichiamo, circa la sperimentazione dei licei della durata di quattro anni.
Invitiamo altri lettori interessati a intervenire sull’argomento, o a offrire nuovi spunti di dibattito, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.


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“Nun ve reggo più” - La Gelmini  ha tolto dal 2008 due anni di scuola a tutti gli alunni e ora il Ministro Carrozza  vuole tagliare un altro anno di scuola superiore.

Come è noto la “riforma Gelmini” è consistita essenzialmente in una diminuzione delle ore di lezione per tutti i gradi scolastici.
Alle elementari si è passati da 32-33 ore a 27, cioè -5x33 settimane x 5 anni=- 825 ore.
Alle medie da 33 a 30, cioè -3x33 settimane x 3 anni= - 297
Alle superiori c’è stato un taglio medio di almeno 4 ore settimanali x33 settimanex5anni= - 660 ore
Ora il Ministro sostiene il Progetto sperimentale del liceo a 4 anni (invece di 5) che comporterebbe  un taglio di altre 627 ore.

Sommando le ore (825+297+660+627= 2409 ore) e dividendole per 30 ore settimanali si ottengono -80 settimane, cioè due anni e mezzo  in meno di scuola, d'istruzione, di formazione, di socializzazione, di costruzione di sé, di professionalità, di chance per il futuro e chi più ne ha più ne metta.

L’alunno potrà forse rifarsi con le scuole serali o l'educazione adulta? No, eliminate per sempre anche quelle (alla faccia di chi dice che "occorre studiare tutta la vita").

E’ stato recentemente reso noto il rapporto OCSE Piaac che dà un quadro drammatico  delle “competenze chiave ritenute fondamentali per vivere” ovvero di quelle in campo comunicativo e matematico della popolazione italiana 16-64 anni.
Il  44% della popolazione attiva italiana possiede al massimo la licenza media, l’11% quella elementare (fonte OECD 2013).
Si pensa di affrontare questa emergenza che ci penalizza nella competizione internazionale riducendo ancor di più il numero delle ore di lezione per gli alunni e continuando a non fare nulla per gli analfabeti di ritorno?
Giovanni Cocchi, Bruno Moretto

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