mercoledì 4 gennaio 2017

MEDICINA. LA SCIENZA E LA DEMOCRAZIA. C MARRONE, «La scienza non è democratica» Il medico anti-bufale sui vaccini: «Può parlare chi ha studiato», CORRIERE D. SERA, 4 gennaio 2017

In giornate in cui si parla di bufale in Rete e di fact checking c’è chi le «balle» di internet prova a combatterle proprio attraverso i social network, naturalmente per quello che è di stretta competenza. Con passione e autorevolezza Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all’Università San Raffaele di Milano (autore del libro Il vaccino non è un’opinione - Mondadori) cerca di spiegare l’importanza dei vaccini, separando la scienza dalle opinioni, la realtà dalle bufale. In tutti i post nella sua pagina Facebook , in cui commenta e spiega le notizie su vaccini, le paure della meningite o nuovi successi della scienza, riporta sempre le fonti scientifiche.





«La scienza non va a maggioranza»
Nell’ultimo post ha spiegato con chiarezza perché i casi di meningite in Italia non sono dovuti alle migrazioni dall’Africa (nei due Paesi circolano ceppi diversi) ma ha anche scritto altrettanto chiaramente che «La scienza non è democratica» frase che ha scatenato un dibattito che va avanti da giorni e che il professor Burioni difende con fermezza, sempre attraverso il social network: «È proprio così, la scienza non è democratica. Significa infatti che i dati scientifici non sono sottoposti a validazione elettorale: se anche il 99% del mondo votasse dicendo che due più due fa cinque, ancora continuerebbe a fare quattro. Poi ognuno è libero di dimostrare che non è vero; ma fino a quando non l’ha dimostrato, due più due fa quattro anche se molti non sono d’accordo. La scienza non va a maggioranza. Nello sport è molto chiaro. Ha mai sentito fare una telecronaca di basket da qualcuno che non conosce le regole del gioco? E una di calcio senza sapere che cos’è il fuorigioco? ».

I messaggi
I messaggi che arrivano sono moltissimi, quelli razzisti li cancella. In tanti chiedono consigli, cercano rassicurazioni. Su sua stessa ammissione non può rispondere a tutti: «Nelle ultime 24 ore ho ricevuto circa 600 tra messaggi ed e-mail con richieste di consigli o di commenti: anche dedicando un solo minuto a ciascuna richiesta mi ci vorrebbero dieci ore, io dovrei trascurare i miei doveri, licenziarmi e passare la giornata a rispondere. E’ ovvio che non lo posso fare. Vi ringrazio per la fiducia e utilizzerò le domande come spunto per i prossimi post, ma “ad impossibilia nemo tenetur”, per cui mi scuso se non potrò rispondervi».
Il principio di autorità
E sempre in un post il professor Burioni spiega l’obiettivo della sua pagina Facebook, sottolineando il principio di autorità perché quando si parla di un argomento bisogna conoscerlo «ma internet ha modificato le cose perché un professore e uno studentello di medicina al terzo anno sono sullo stesso piano». Scrive: «Preciso che questa pagina non è un luogo dove della gente che non sa nulla può avere un «civile dibattito» per discutere alla pari con me. È una pagina dove io, che studio questi argomenti da trentacinque anni, tento di spiegare in maniera accessibile come stanno le cose impiegando a questo scopo in maniera gratuita il mio tempo che in generale viene retribuito in quantità estremamente generosa. Il rendere accessibili i concetti richiede semplificazione: ma tutto quello che scrivo è corretto e, inserendo io immancabilmente le fonti, chi vuole può controllare di persona la veridicità di quanto riportato. Però non può mettersi a discutere con me. Spero di avere chiarito la questione: qui ha diritto di parola solo chi ha studiato, e non il cittadino comune. La scienza non è democratica».

Nessun commento:

Posta un commento