mercoledì 11 gennaio 2017

NEUROSCIENZE E INIBIZIONE DEGLI ISTINTI. G. A. FORNARO, Dalla paura al sesso, ecco come il cervello soffoca gli istinti, LA REPUBBLICA, 10 gennaio 2017

DALLA VOGLIA di scappare dal palco prima di un discorso pubblico, a quella di rispondere male al capo. Sono tante le situazione in cui ci troviamo a dover inibire i nostri istinti per evitare conseguenze negative, compromettendo magari la nostra reputazione. I neuroscienziati sanno da tempo che la sede dove originano i nostri istinti, inclusi quelli sessuali o legati alla paura, è il tronco encefalico, la regione più primitiva del cervello che si trova alla sua base, mentre la corteccia prefrontale ha un ruolo di freno inibitorio. Ma come "si parlano" queste due regioni CEREBRALI.




La scoperta. I ricercatori del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (Embl), che ha una delle sue sedi anche in Italia, a Monterotondo, dove sono stati svolti gli esperimenti, hanno ora una risposta. Insieme a colleghi dell'MRC Laboratory of Molecular Biology di Cambridge, hanno infatti individuato il percorso neuronale responsabile della trasmissione del segnale inibitorio tra corteccia prefrontale e tronco encefalico e pubblicato la scoperta su Nature Neuroscience. Studiando il fenomeno sui topi, i neuroscienziati hanno visto che questa connessione arriva a una specifica regione del tronco encefalico, responsabile della messa in atto degli impulsi, ma non coinvolge l'ipotalamo, sede di sentimenti ed emozioni. Il che dà una spiegazione anatomica al fatto che è molto più facile inibire il proprio istinto a colpire qualcuno che smettere di provare aggressività, o rimanere sul palco senza poter smettere di sentirsi agitati.

La paura nelle cavie. In topi ripetutamente colpiti da altri topi (l'equivalente murino del bullismo), la connessione individuata si indeboliva e le cavie mostravano atteggiamenti di spavento e agitazione. Ma tramite farmaci che bloccavano la connessione i ricercatori sono riusciti a ottenere lo stesso effetto in topi mai bullizzati.

Implicazioni per depressione e schizofrenia.
 "Un'implicazione affascinante del nostro studio – commenta l'autore Cornelius Gross – riguarda i cambiamenti che avvengono nella corteccia durante l'adolescenza". Se infatti i bambini non sono in grado di porre freno ai loro istinti, crescendo la situazione cambia. "Stiamo infatti cercando di capire come avviene
lo sviluppo dei circuiti inibitori – conclude il neuroscienziato – soprattutto considerando che molte malattie mentali come i disturbi dell'umore e la schizofrenia insorgono tipicamente nell'età adulta".

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