giovedì 19 gennaio 2023

DOPO INTERNET ARRIVA AI. LICENZIARE I DIPENDENTI DI MICROSOFT. LUNA R., Microsoft, i licenziamenti e l’intelligenza artificiale spietata, LA STAMPA, 16.01.23

 

Microsoft in un certo senso è un mistero. E’ una delle aziende più iconiche e antiche della rivoluzione digitale - è stata fondata quasi mezzo secolo fa da Bill Gates quando aveva 19 anni; e ha sempre coniugato la fame e la velocità di innovare di una startup con le ambizioni planetarie e la capacità di prendersi il mercato di una multinazionale. Dal 1975 il mondo è cambiato infinite volte e spesso lo ha fatto grazie a Microsoft che ha saputo evolvere, adattarsi, interpretare il tempo.



Da quasi dieci anni è guidata da un manager di modesto fascino ma di rara bravura, Satya Nadella, che non ha sbagliato una mossa (dalle acquisizioni di LinkedIn GitHub fino allo sviluppo di Teams). L’ultima, aver creduto per primo sull’intelligenza artificiale generativa di cui parlano tutti, investendo in Open AI, la società che ha sviluppato ChatGPT che presto sarà implementata in tutti i prodotti di Microsoft. Qualche giorno fa molti hanno lodato Nadella per l’annuncio di una politica di ferie illimitate per tutti i dipendenti, una pratica finora sperimentata solo da qualche startup. Oggi alle ferie illimitate si aggiungono circa diecimila licenziamenti su poco più di duecentomila dipendenti. Perché un'azienda indubbiamente di successo si accoda ai licenziamenti di massa partiti in Silicon Valley da novembre?

Per varie ragioni: per il profitto, perché il mercato rallenta, per potersi adattare alle nuove esigenze. Ma io non faccio che pensare a ChatGPT: alla capacità impressionante di questa intelligenza artificiale di svolgere lavori da esseri umani. Al posto nostro.  Adattarsi all’intelligenza artificiale richiede di essere spietati, ha detto ieri Nadella al summit di Davos. Spietati come lui, che manda a casa diecimila persone in un colpo solo. Non è una resa o una ritirata: sta per cambiare tutto di nuovo e non siamo pronti. 

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