venerdì 26 luglio 2024

TELEVISIONE E NUOVI PROGRAMMI. VIA LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA. VELARDI A., Alberto Angela sospeso, Mario Tozzi: «Allarme per tutti noi, la storia non ci permette di inserire le corna tra i Sapiens», CORRIERE ADRIATICO, 26 LUGLIO 2024

 La Rai sospende Noos di Alberto Angela surclassato da Temptation Island sottolineando di aver voluto «tutelare un prodotto di eccellenza». Il conduttore rilancia ottimista su Instagram: «Lavoriamo per la cultura», annunciando che tornerà sugli schermi dal prossimo 22 agosto. «E la cultura ti ringrazia, caro Alberto» commenta il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi. Alla luce del dibattito che ne è scaturito abbiamo contattato Mario Tozzi, il geologo del CNR diventato uno dei più noti divulgatori della televisione generalista.


Qual è lo stato di salute della divulgazione, scientifica in televisione?

«Tiene come tutti i programmi che hanno un contenuto non solo di intrattenimento, ma anche di approfondimento. E quindi in base a ragioni interne che riguardano la qualità del programma e ragioni esterne che riguardano quanto questo programma è protetto e promosso. Quindi il modo cui viene messo in onda, che tipo di concorrenza si trova a sfidare, che pubblicità gli viene fornita. Perché un programma di approfondimento ha bisogno di maggiore sostegno. Non bastano solo i contenuti, ci vogliono anche il palinsesto e la promozione. Tutti quelli che fanno divulgazione si trovano in difficoltà perché nel week end vanno contro dei programmi corazzata in giornate molto difficili. Io per esempio sto contro Ballando e Tú sí que vales che da soli fanno il 50% di share. Mi rimane molto poco».

Quindi si va per trovare una nicchia alla divulgazione, ma l'espediente si trasforma in un cane che si morde la coda?

«Dipende dai programmi. Super Quark di Piero Angela era piazzato il giovedì senza controprogrammazioni forti e con possibilità di raggiungere il pubblico classico della generalista. Nel weekend hai altri problemi perché vai contro il varietà, la gente si vuole rilassare e i giovani non ci sono. Raramente competi contro altra divulgazione, ma lo fai con l'intrattenimento puro che permette una visione distratta. In due ore di programma succede sempre qualcosa, come a Temptation Island dove ogni 20 minuti c'è una coppia nuova. È un ascolto frammentato che cozza con la visione più concentrata della divulgazione dove non puoi staccarti facilmente».

 

Alla fine qual è lo stato di salute della divulgazione?

«Non ci sono tantissimi programmi. C'è Alberto Angela con Noos e io con Sapiens. Adesso si sono aggiunti Sabrina Giannini con Indovina chi viene a cena e Barbara Gallavotti con Quinto elemento che ha ancora all'attivo poche puntate e deve trovare la sua quadratura. Poi ci sono gli altri programmi di arte, di storia, ma a fare scienza siamo in pochi. Perché se ogni divulgatore scientifico è anche un divulgatore culturale, non per questo ogni divulgatore culturale è anche un divulgatore scientifico».

Può essere una soluzione pescare tra gli influencer dei social?

«Quella è una strada sbagliata. I linguaggi sono diversi e infatti dopo si vede. Chi viene precipitato dal mondo dei social a quello della tv non riesce bene, come anche io non ho il linguaggio adatto quando devo promuovermi sui social».

Quale sarebbe la ricetta di Tozzi per la crisi?

«Certamente se si trova in difficoltà Alberto il giovedì immaginiamo gli altri. Direi di proteggere gli spazi della divulgazione, cercare di attirare i giovani, investire sull'aspetto scenico e grafico. Ma il segnale è chiaro: le persone sono interessate alle vicende di corna più che a come sono fatti i Sapiens. Non mi meraviglia: questa è la cultura media degli italiani e degli europei. In tempi non sospetti avevo chiesto un consiglio a Maurizio de Giovanni e lui mi ha risposto che ci devo mettere le corna, perché questo interessa alla gente. Ma io come faccio a metterle nella deriva dei continenti, nei vulcani e nei terremoti? Parlo di cose inanimate, non c'è la storia a permettermi di inserire le corna tra i terremoti. Eppure Maurizio aveva ragione».

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