lunedì 1 settembre 2014

RELIGIONI NEL MONDO. PENTECOSTALI. C. CANAL, Il quarto cristianesimo dei pentecostali, IL MANIFESTO, 23 agosto 2014

Occhi chiusi, brac­cia in alto, i corpi oscil­lano al ritmo di una musica intensa, una pre­ghiera viene scan­dita sot­to­voce.




Non siamo in una chiesa cat­to­lica durante la messa né al culto in un tem­pio pro­te­stante. La coreo­gra­fia è acces­si­bile a chiun­que, non c’è biso­gno di cono­scere par­ti­co­lari gestua­lità litur­gi­che né di sapere gli inni can­tati dai fedeli. Volendo, ci si può tran­quil­la­mente lasciar andare alle parole eufo­ri­che del pre­di­ca­tore e alla potenza dei suoni. E’ la scena del culto pen­te­co­stale dove il lin­guag­gio del corpo è pri­ma­rio così come lo è la musica.
Dalle nostre parti l’infrastruttura discor­siva se l’è sem­pre cavata affib­biando l’etichetta di setta a tutto ciò che stava fuori delle chiese sto­ri­che, i tre cri­stia­ne­simi euro­pei, cat­to­lico, pro­te­stante, orto­dosso. Rele­gando que­ste nuove chiese ad una pochezza che faceva risal­tare la supre­ma­zia delle isti­tu­zioni eccle­sia­sti­che affer­mate. C’è chi ha sco­perto le per­se­cu­zioni per­pe­trate dal fasci­smo dalle scuse che papa Fran­ce­sco ha recen­te­mente rivolto ai pen­te­co­stali. Nes­suno deve però averlo infor­mato che le ves­sa­zioni sono con­ti­nuate durante il regime demo­cri­stiano.
Pen­te­co­sta­li­smo o, meglio, pen­te­co­sta­li­smi. Non c’è un meta modello che con­senta di defi­nire que­sto movi­mento così come siamo abi­tuati con le chiese sto­ri­che. E’ un arci­pe­lago di arci­pe­la­ghi in con­ti­nua scom­po­si­zione e mol­ti­pli­ca­zione. Paolo Naso in Cri­stia­ne­simo: Pen­te­co­stali (Emi, pp. 159, euro 12) trac­cia con ottima sin­tesi e luci­dità la sto­ria glo­bale dei pen­te­co­stali, quasi si dovesse par­lare di ognuno di loro, non potendo age­vol­mente appic­ci­car­gli un qual­che –ismo. Unico ram­ma­rico sul libro è la deli­be­rata esclu­sione dei carismatici-pentecostali cat­to­lici, la forma pen­te­co­stale che dal 1967 sta agi­tando la chiesa di Roma.
Tra­di­zio­nal­mente si fa ori­gi­nare il movi­mento in un luogo, Azusa Street a Los Ange­les, una data, 1906 e un «ini­zia­tore», l’afroamericano, figlio di ex schiavi, Wil­liam J. Sey­mour. È la prima volta nella sto­ria che a fon­dare un movi­mento cri­stiano non sia un euro­peo, se si esclude Gesù il Naza­reno. Non avve­niva nel vuoto que­sta crea­zione, ma era stata pre­ce­duta dalla cor­rente del risve­glio interna al mondo pro­te­stante. È tra­scorso poco più di un secolo e quella pic­cola setta di poche cen­ti­naia di adepti si è velo­ce­mente tra­sfor­mata in un fiume impe­tuoso che ha supe­rato il mezzo miliardo di fedeli, che ha spo­stato a Sud del mondo la tra­iet­to­ria di evo­lu­zione del cri­stia­ne­simo, che cre­sce e pro­li­fera pro­prio là dove le maschere dello svi­luppo si incan­cre­ni­scono e le vul­ne­ra­bi­lità sociali si esa­spe­rano. Lagos in Nige­ria è la città più pen­te­co­stale del mondo. In Bra­sile il 20 per cento della popo­la­zione è pen­te­co­stale, in altre nazioni lati­noa­me­ri­cane, come il Gua­te­mala, lo è la metà della popo­la­zione. È in Corea del Sud la più grande chiesa pen­te­co­stale con un milione di fedeli. In Ucraina la più grande d’Europa con 25.000 membri.

UN MOVI­MENTO GLOBALE

Fin dagli anni dell’Azusa Street il movi­mento è stato glo­bale: in India pro­mosso da una figura straor­di­na­ria­mente signi­fi­ca­tiva di rifor­ma­trice sociale, fem­mi­ni­sta, stu­diosa di san­scrito, come Pan­dita Sara­swati Rama­bai (1858–1922), in Cile nella chiesa meto­di­sta di Val­pa­raiso che pre­sto pro­durrà seces­sioni e nuove chiese, stesse carat­te­ri­sti­che a Pyon­gyang nella (attuale) Corea del Nord. Come sot­to­li­nea Paolo Naso in alcune aree del Sud del mondo il movi­mento pen­te­co­stale non fu solo frutto dell’azione mis­sio­na­ria occi­den­tale, ma anche espres­sione dell’autonoma ricerca spi­ri­tuale delle popo­la­zioni locali. Que­sta auto­no­mia è sot­to­li­neata anche da Allan H. Ander­son, uno dei mag­giori stu­diosi del movi­mento, nel suo ampio stu­dio To the Ends of the Earth– Pen­te­co­sta­lism and the Tran­sfor­ma­tion of World Chri­stia­nity (Oxford Uni­ver­sity Press). Il caso ita­liano lo dimo­stra: il pen­te­co­sta­li­smo nasce su ini­zia­tiva di emi­grati ita­liani con­ver­titi negli Stati Uniti che rien­trano in patria come pro­mo­tori della nuova fede. Tra que­sti un mosai­ci­sta friu­lano, Luigi Fran­ce­scon (1866–1964), glo­be­trot­ter pen­te­co­stale che fonda chiese in Europa e nelle Ame­ri­che. Oggi i pen­te­co­stali di sva­riate deno­mi­na­zioni sono in Ita­lia mezzo milione, in con­ti­nua cre­scita anche per l’apporto delle chiese dei migranti, costel­la­zione di riti e spi­ri­tua­lità che arric­chi­scono il mer­cato reli­gioso e dei beni sim­bo­lici della peni­sola. Se in Ita­lia e nel mondo si cal­co­lano anche gli ade­renti ai movi­menti carismatico-pentecostali interni alla chiesa cat­to­lica si capi­sce per­ché que­sto quarto cri­stia­ne­simo sia l’unico oriz­zonte di espan­sione della reli­gione cri­stiana.
Teo­lo­gie fluide, por­ta­tili, e spesso con­tra­stanti carat­te­riz­zano il movi­mento, che ha però una pre­cisa pro­po­sta costi­tuente: una espe­rienza di vita e non una dot­trina, una emo­zione e non un pen­siero. L’effusione dello Spi­rito e i suoi doni o cari­smi, come rac­con­tato nel Nuovo Testa­mento dal libro degli Atti, sono il punto di par­tenza, la sua Pen­te­co­ste. Una fede per­for­ma­tiva che con­duce alla con­ver­sione etica, un muta­mento nel pro­getto di vita in cui «l’invenzione di sé» è il fat­tore deter­mi­nante. L’autovalorizzazione viene messa in scena e resa effet­tiva dando spa­zio a pro­cessi di affran­ca­mento e di eman­ci­pa­zione soprat­tutto quando riguardi gruppi social­mente mar­gi­nali. Più che tan­gi­bile per le donne che attra­verso la «nuova vita» rie­scono ad addo­me­sti­care maschi refrat­tari alle socia­lità respon­sa­bili. No alcol, no gioco, no dro­ghe, no vio­lenza, no sesso «disor­di­nato». Un rior­dino della vita inte­riore per sé stesse e per il coniuge. Forse que­sto è uno dei motivi per cui due pen­te­co­stali su tre sono donne. Per ceti meno depri­vati l’accento è posto soprat­tutto sul Gospel of Wealth, il van­gelo dell’abbondanza e della pro­spe­rità come pre­mio alla nuova vita.

UNA TEO­LO­GIA POSTCOLONIALE

Una accop­piata tra Spi­rito e spi­rito del capi­ta­li­smo di rara forza. La povertà è una colpa da cui ci si può emen­dare, senza aspet­tare vite future. Parole che suo­nano in modo anti­te­tico se pro­nun­ciate in una pla­tea bianca dell’Oklahoma, in una favela bra­si­liana o in una peri­fe­ria kenyota. Che è anche uno dei temi affron­tati in modo appro­fon­dito da diversi autori in Cri­stia­ne­simi senza fron­tiere – Le Chiese Pen­te­co­stali nel mondo (rac­colta di studi curata da Pino Lucà Trom­betta, Edi­zioni Borla, pp. 227, euro 26) dove si ana­liz­zano asse­sta­menti e repli­ca­zioni delle comu­nità pen­te­co­stali nei cin­que con­ti­nenti. Miriadi di micro chiese o mega chur­ches, indi­pen­denti o volu­bil­mente con­nesse, spesso in con­cor­renza, senza un cen­tro, con una ener­gia virale che non ha eguali negli altri cri­stia­ne­simi. Una mul­ti­forme offerta trans­na­zio­nale e una calei­do­sco­pica domanda di reli­gio­sità. In Ame­rica Latina ha rotto il mono­po­lio della chiesa cat­to­lica, in Africa con­verte al cri­stia­ne­simo e con­verte il cri­stia­ne­simo alle cul­ture locali, come osserva Anna­lisi But­ticci in uno dei saggi del libro (della stessa, con Enzo Pace, vedi Le reli­gioni pen­te­co­stali, Carocci, pp. 140, euro 15,30) . Un cri­stia­ne­simo post­co­lo­niale ormai del tutto svin­co­lato dalla filo­so­fia e dalla teo­lo­gia euro­pee, in grado di pro­durre pro­getti reli­giosi e di con­dotta poli­tica del tutto auto­suf­fi­cienti e ori­gi­nali, non solo là dove visione spi­ri­tuale e forte impe­gno sociale ten­dono a coin­ci­dere o in situa­zioni di fron­tiera come nelle chiese pen­te­co­stali aperte a gay, lesbi­che, tran­sgen­der, ma anche in realtà dove spesso l’esito stret­ta­mente poli­tico è di tipo con­ser­va­tore e rea­zio­na­rio, come per certi tele­pre­di­ca­tori infa­tuati, per figure come l’ex dit­ta­tore gua­te­mal­teco Rios Montt, per la destra repub­bli­cana negli Usa.

TRA PRE­GHIERE E INVOCAZIONI


Una situa­zione locale com­plessa, in cui ibri­da­zione e sin­cre­ti­smo, poli­tica e potere anche qui reci­tano la loro parte, è quella stu­diata da Sil­via Con­fa­lo­nieri nell’ampio lavoro sul campo Il movi­mento pen­te­co­stale nel post-genocidio rwan­dese – I Sal­vati (Balo­kole) (l’Harmattan Ita­lia, pp. 388, euro 38,50).
Se alziamo un poco gli occhi al di là della nostra nic­chia e osser­viamo la com­po­sita pro­fu­sione reli­giosa del pia­neta, si pro­por­ranno con una certa ener­gia domande non tra­scu­ra­bili. Si crede di più oggi? È di nuovo par­tito il re-incanto del mondo che cre­de­vamo can­cel­lato dal Nove­cento? La seco­la­riz­za­zione è giunta al capo­li­nea? L’indifferenza reli­giosa è una nobile pra­tica in via di smal­ti­mento?
Al buio del mondo, che non pos­siamo certo mini­miz­zare, si risponde con la luce auto­ri­ta­ria di un Veni crea­tor Spi­ri­tus can­tato in molte lin­gue e con nomi diversi. A forza di invo­carlo è ricom­parso, nel for­mato cri­stiano cano­nico e, lo Spi­rito sof­fia dove vuole, nelle fat­tezze di altre pic­cole e grandi fedi. Ave­vamo cre­duto di abi­tare un uni­verso post cri­stiano e post reli­gioso ed invece sen­tiamo levarsi dap­per­tutto pre­ghiere e invo­ca­zioni, timo­rati e tumo­rati di Dio si affac­ciano da tutti i lati. Non hanno biso­gno di Dio, di qual­siasi dio si tratti, lo vogliono. È il desi­de­rio il vero tra­sfor­ma­tore di ener­gia e, a dif­fe­renza di reli­gio­sità appena tra­scorse, non ha pec­cati di cui pen­tirsi, colpe da cui emen­darsi, bensì attese da rea­liz­zare, inna­mo­ra­menti da vivere. È un’erotica per certi versi ine­dita per la sua dimen­sione glo­bale e per il godi­mento che pro­cura. L’eros che ecci­tava alla libertà, alla rivo­lu­zione, alla demo­cra­zia, ha cam­biato altari?
Come diceva Yehuda Ami­chai o mio Dio, o mio Dio, per­ché non mi hai abbandonato?

Nessun commento:

Posta un commento