mercoledì 1 giugno 2016

OMOSESSUALITA'. LE POSIZIONI DELL'OSSERVATORIO CATTOLICO GENDER. M. SASSO, "L’omosessualità è scandalo contro natura" E gli ultracattolici creano l’osservatorio gender, L'ESPRESSO, 30 maggio 2016

L’omosessualità costituisce uno scandalo pubblico senza precedenti che va contro la natura dell'uomo». È questa l’idea diffusa dall'osservatorio gender, una pagina e una newsletter di controinformazione ultracattolica, che si propone di far capire il “diktat della teoria gender”. Una crociata di un mondo sotto attacco, quello della famiglia naturale «che deve difendersi dalla propaganda della comunità Lgbt che domina i poteri forti e l'Unione europea».



Incoraggiata dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, la pagina web è stata lanciata dalla onlus Famiglia Domani , e vuole dettare la linea su temi come la vita, la famiglia e l’educazione «aggrediti oggi da una rivoluzione culturale che mira a sovvertire la legge naturale, introducendo la teoria del gender nelle scuole e legalizzando le unioni “di fatto” e omosessuali».

L’associazione promotrice è stata fondata nel 1987 dal marchese Luigi Coda Nunziante, tesoriere ed esponente di spicco del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante ed amministratore dell’house organ di destra Il Secolo d'Italia. Dal 2011 organizza una “marcia nazionale per la vita” a Roma per gridare il proprio “No” all’aborto. Si rivolge principalmente allo zoccolo duro del Family day capeggiato dal Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi : integralisti, ultrà tradizionalisti, antiabortisti che vogliono spingere il Pontificato di papa Francesco ad un maggiore attivismo.

Una battaglia con obiettivi ben chiari: in cima alla lista c’è il ministro dell'istruzione Stefania Giannini che per la giornata contro l’omofobia, secondo gli associati, ha «promosso l’ideologia del gender nella scuola italiana». Un tipo di attacco spesso lanciato dalle associazioni cattoliche e che lo stesso ministro ha definito “una truffa culturale” . Non è bastato: nel mirino ci sono tutti, dal governo spagnolo a quello americano, dall’Università degli Studi di Milano a quella di Bologna che «propongono agli studenti la prepotente visione gay» fino al senatore Pd Sergio Lo Giudice che ha deciso di scrivere una legge per mettere un freno alle teorie riparative per curare gli omosessuali .

Per approfondire questa iniziativa “l’Espresso" ha intervistatoRodolfo de Mattei, autore di "Gender Diktat. Origini e conseguenze di una ideologia totalitaria" e responsabile dell’osservatorio gender.


L’osservatorio è un’iniziativa di Famiglia Domani, un’associazione che si propone di difendere e di promuovere «i valori familiari naturali e cristiani minacciati dalla degradazione culturale e morale del nostro tempo». Cosa intendete per degradazione morale?
«Con il termine degradazione morale intendiamo esprimere il progressivo decadimento del livello “morale” della nostra società. L’asticella della moralità si è infatti progressivamente alzata arrivando a pretendere la legalizzazione e legittimazione sociale dell’unione tra persone dello stesso sesso. Una situazione di immoralità pubblica e permanente che nessuna società, nel corso di più di duemila anni di storia, ha mai osato legittimare o legalizzare. La “normalizzazione” sociale delle unioni tra persone dello stesso sesso costituisce infatti un fenomeno, oltre che inedito, più scandaloso ancora dell’introduzione del divorzio e dell’aborto, entrambi “accettati” nell’ordinamento legislativo, ma tuttavia presentati come “soluzioni estreme”, ossia “mali minori” da tollerare. Al contrario, la legalizzazione dell’omosessualità, messa in atto attraverso il riconoscimento giuridico delle unioni civili, viene imposta in nome della sua pretesa bontà e normalità intrinseca, trasformando dunque un assoluto male morale in un bene assoluto da diffondere e promuovere nella società come modello pienamente positivo. In questo senso costituisce uno scandalo pubblico senza precedenti, proprio perché sdogana e promuove come “buoni", comportamenti che vanno contro la natura dell’uomo e che perciò meritano di essere definiti “anormali”. Questo scandalo si perpetua e manifesta ogni giorno attraverso legami pubblici e stabili rappresentati dalle “famiglie” same-sex, l'unione tra persone dello stesso sesso recentemente riconosciuta dallo Stato italiano».

Perché un osservatorio sul tema del gender?
«L’idea di realizzare un sito sul tema del gender nasce dal bisogno di fronteggiare la martellante e massiva propaganda sull'argomento portata avanti dal mainstream politically correct dominante. L’omosessualizzazione della società avanza attraverso le sue principali istituzioni: la stampa, lo show business dell'intrattenimento, le associazioni mediche, le grandi aziende e le multinazionali, gli istituti educativi, gli opinion leader del mondo dell’arte, le piccole e grandi star del mondo dello spettacolo, tutti uniti e compatti nel promuovere il nuovo diktat etico, mascherato sotto forma di presunti inderogabili diritti civili. Il cardine di questa strategia è il concetto secondo cui l’omosessualità è “normale”. Alla testa di questa campagna vi sono i “poteri forti” a cominciare dall’Unione europea infiltrata dalle potenti ed influenti lobby Lgbt. L’intenzione dell'osservatorio è quella di monitorare la realtà italiana e internazionale offrendo ai suoi lettori uno strumento di informazione fuori dal coro. In altre parole raccontare la verità su un tema ostaggio dell’ideologia».

Guardando il vostro sito web sembra che la società italiana sia sotto attacco...
«Sì, sono i fatti e le cronache politiche ad attestare l’esistenza di un violento e prepotente attacco alle giovanissime generazioni, ogni giorno bombardate dalla propaganda omosessualista. Basta leggere magazine e giornali più o meno impegnati, accendere la televisione, ascoltare la radio, andare al cinema, addirittura il Coni, il più importante organo sportivo italiano, ha messo lo sport, attività educativa e formativa per eccellenza, al servizio della propaganda Lgbt, introducendo poche settimane fa nel suo statuto il reato di omofobia.
Si vuole imporre con la forza alla società il “Gender diktat” e lo si fa attraverso lo strumento più efficace, la legge dello Stato. Dopo la riforma della Buona scuola che contiene l'educazione al gender e la recente legge sulle unioni civili , è ora in programma il 'ddl Scalfarotto’ contro l’omofobia e il 17 maggio, in occasione della “Giornata internazionale contro l'omo-bi-trans-fobia”, è stato presentato un disegno di legge volto a mettere al bando in Italia le cosiddette terapie riparative rivolte ai minori. Tutto questo fa parte di un piano strategico ben organizzato volto a promuovere la “normalizzazione” sociale dell’omosessualità».

Una crociata che abbraccia Miur, Università, comuni e perfino la Croce Rossa. Dove si nasconde secondo voi il «male» e quali forme ha?
«Abbraccia diversi soggetti poiché le istituzioni in prima linea in questa battaglia culturale per la “normalizzazione” sono tantissime ed ovunque. Il male avanza sottotraccia, nascondendosi dietro un linguaggio ambiguo e strumentale alla promozione subdola di tali programmi attraverso vocaboli all'apparenza pure lodevoli e condivisibili come rispetto, diversità, parità di genere, non discriminazione e cosi via. Il male è negare l’esistenza di una legge naturale, ossia l’esistenza di un principio essenziale insito in ogni creatura. Un seme di limone se non ci saranno intralci nel corso del suo naturale sviluppo crescerà e diventerà un albero di limoni e questo perché nel seme è racchiusa la sua essenza che contiene il progetto e farà sì che esso diventi un limone e non una pesca. Per questo, con il termine natura o legge naturale si intende il principio di sviluppo che guida lo sviluppo di ogni creatura, il suo fine intrinseco. Tale fine teleologico costituisce lo scopo autentico per la quale ogni creatura è stata creata. Per natura, intesa in maniera corretta, si intende, dunque, il progetto insito in ogni cosa che esiste, e quindi anche, e in special modo, nelle persone, guidando la loro crescita e il loro sviluppo, il loro modo di essere e di agire nel mondo. L’ideologia del gender nega l'esistenza di una natura umana da rispettare, promuovendo una sovvertimento antropologico della società contro la ragione e contro l’uomo stesso. È paradossale e contraddittorio che una società così sensibile e attenta al rispetto dell’ecologia e dell’ambiente in ogni suo aspetto, trascuri e deturpi la natura umana stabilendo per legge comportamenti che vanno contro la natura stessa dell’uomo. Accanto all’inquinamento ambientale vi è un ben più grave inquinamento morale la cui misura è drammaticamente colma».

«Che l’omosessualità non possa essere curata è una delle affermazioni più devastanti della propaganda. Fino al 1973 veniva fatta una seria ricerca scientifica e assumere questo stile di vita era un comportamento “sconsigliato” e, in quanto contro natura, giustamente stigmatizzato. Dal 1973 in avanti la campagna di sdoganamento al motto “gay is good” ha capovolto la situazione». Su quali basi scrivete tutto ciò? Sono passati più di 40 anni: non pensate che la società abbia fatto dei passi in avanti?
«Scriviamo ciò sulla base della realtà dei fatti e della verità storica. Le leggi dell’ordine morale sono a-temporali, non cambiano al mutare dei costumi e delle mode. Il bene è bene sempre, così come il male. Promuovere il matrimonio gay e la “fluidità” sessuale tra le generazioni costituisce, a nostro avviso, un enorme e spaventoso balzo indietro, anzi un vero e proprio salto nel buio il cui atterraggio ci riserverà delle dure ed amare sorprese. Oggi il concetto di “normalità” sembra essere diventato un’espressione “inopportuna” e “scomoda”. La crisi dell’idea di normalità è una diretta conseguenza del pensiero relativista dominante per il quale non esistono beni o principi stabili e perenni. [...] Rivendicare la normalità omosessuale vuole dire, nei fatti, disconoscere il reale concetto di natura e nello specifico di natura umana. Negando l’esistenza di una natura umana, in sé permanente ed immutabile, cade però paradossalmente qualsiasi diritto, in quanto, non può esistere l’oggettività del diritto, né diritti assoluti, se non si ammette l’esistenza di una natura immutabile e valida in ogni tempo e in ogni luogo. Il nuovo paradigma etico, fondato sul liberalismo sfrenato, conduce così alla dittatura del relativismo, un nuovo totalitarismo ugualitario che, negando l’esistenza di una legge naturale oggettiva e universale, è incapace di costruire un ordine sociale veramente umano. Il recupero, secondo “buon senso”, di un fondamento assiologico dell’ordine sociale è l’unica via per arrestare ed invertire l’odierno processo di degradazione morale e politica internazionale».

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