venerdì 28 luglio 2017

GENETICA. NUOVE RICERCHE SULLE CELLULE STAMINALI. V. ARCOVIO, Il genetista Novelli: “Correggeremo le cellule staminali e creeremo animali più resistenti”, LA STAMPA, 28 luglio 2017

«Dalla correzione di difetti genetici responsabili di alcune gravi malattie all’inserimento di geni per rendere alcune piante resistenti ai patogeni fino alla creazione di animali geneticamente modificati per essere più efficienti. In futuro la Crispr potrebbe rivoluzionare la nostra vita». A parlare è il genetista Giuseppe Novelli, che spiega le possibili applicazioni della tecnica utilizzata, prima dai ricercatori cinesi e di recente da quelli americani, per modificare embrioni umani. 



Professore che cos’è la Crispr?  
«La Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats è la tecnica più innovativa e promettente per fare il cosiddetto Genome Editing (correzione o revisione del genoma), ovvero ottenere precise modificazioni di una sequenza di Dna, che possono variare da mutazioni puntiformi all’inserzione di geni ex novo». 

Quali saranno le applicazioni?  
«L’editing del genoma è già ampiamente utilizzato per la ricerca scientifica di base in diversi laboratori. Ma in futuro potrebbero essere tantissime le applicazioni, in diversi campi». 

Le più immediate?  
«Si prevede di utilizzarla già nella terapia genica somatica, cioè nelle cellule non riproduttive, per correggere difetti genetici specifici presenti in un singolo gene. In questo modo si potranno curare malattie come la talassemia, l’anemia falciforme, la retinite pigmentosa, l’emofilia B, la mucopolisaccaridosi. Un’applicazione immediata potrebbe essere nella modificazione in provetta di cellule staminali da trapiantare poi nel paziente: la Crispr è molto efficiente nel correggere le cellule staminali. La stessa tecnica può esser impiegata in alcuni tipi di tumori, attivando o spegnendo specifici geni».  

Quali le possibili applicazioni in agricoltura?  
«Questo è il settore dove la tecnica viene già utilizzata con successo. Basta citare l’esempio della manioca, pianta che fornisce cibo e reddito a 300 milioni di africani. La manioca è minacciata da varie malattie tra cui la Cassava brown streak disease (Cbsd). Gli esperti temono che la rapida diffusione della Cbsd possa causare gravi carestie e la Crispr potrebbe costituire l’unica arma contro questo flagello. Inoltre, nelle piante il Genome Editing offre la possibilità di seguire l’evoluzione dei patogeni, mantenendo adeguati livelli di tolleranza, o di impilare diversi geni di resistenza ritardando il loro superamento. Un intervento del genere si stima che possa ridurre in maniera concreta (70-90%) l’uso di fungicidi». 

Qualche esempio di applicazione in zootecnia?  
«La creazione di mucche senza corna in modo da renderle più sicure o per produrre latte non allergenico. Con la Crispr si potranno creare capre e pecore con il gene della miostatina modificato per aumentare la massa muscolare, e maiali resistenti al virus della sindrome riproduttiva e respiratoria». 

La Crispr potrebbe essere utilizzata sugli esseri umani come una sorta di «doping genetico»?  
«È uno dei punti più discussi: modificare le caratteristiche fisiche e le capacità. Un conto è infatti modificare il genoma delle cellule somatiche per migliorare la muscolatura nei pazienti con distrofia muscolare, altro è utilizzare lo stesso intervento su individui sani per renderli più forti. Inoltre c’è il timore che l’utilizzo del Genoma Editing possa aggravare le iniquità sociali o creare pressioni sociali. La discussione pubblica è importante per esplorare gli effetti, sia reali che temuti». 

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