lunedì 20 novembre 2017

DISLESSIA E FONT PER LA LETTURA. B. ARDU', Ecco il 'font' che aiuta i dislessici, l'idea italiana che piace a Microsoft, LA REPUBBLICA, 20 novembre 2017

Microsoft ha gli occhi puntati su una start up italiana, EasyReading. Niente giovani ingegneri che lavorano fino a notte fonda in un incubatore. Niente intelligenza artificiale, ma lettere e segni. A idearla è un grafico torinese, Federico Alfonsetti, sessant’anni passati, ex piccolo editore. Qualche anno fa ha chiuso baracca e s’è reiventato seguendo la sua passione, il font, il modo in cui si stampa ogni singola lettera. L’obiettivo non era trovarne uno più bello o particolare, ma disegnarne uno che facilitasse la lettura ai dislessici.



“Perché – racconta Alfonsetti - chi non ha questo problema quando legge non segue la singola lettera, intuisce la parola e va avanti. I dislessici invece decifrano lettera per lettera e poi mettono insieme il significato della parola. E più il font è difficile più trovano difficoltà”.

Ci si è messo di punta, lui e altri cinque collaboratori e l’ha creato, l’ha dato in mano all’Ordine degli psicologi della Toscana che l’hanno testato su oltre 600 studenti di quarta elementare della provincia di Prato e il risultato è stato riconosciuto. “Leggere con questo font equivale a d un miglioramento pari a un anno di lettura - racconta Alfonsetti – perché il font è strutturato in modo da evitare lo scambio percettivo tra lettere simili per forma e l’effetto affollamento percettivo, che è quello che crea difficoltà nei dislessici”.

Ed è stato subito un successo. Alcune case editrici italiane lo hanno adottato e non solo nei libri per bambini. E’ stato scelto dalla Fondazione Pomodoro a Milano e da quella Einaudi. Università, scuole, Slow Food, Pearson Italia, De Agostini, fino a casa Oz di Torino stampano con quel font. L’ultimo riconoscimento ufficiale è arrivato dal Miur, che lo ha premiato per la bellezza del design e per l’utilità. Tra non molto entrerà anche agli Uffizi.

Piano piano ha scavalcato anche la frontiera. Prima le case editrici, una dozzina, poi l’approdo sul sito di Monotype corporation, la più prestigiosa multinazionale Usa che si occupa di design in ambito tipografico. Un gigante del settore che anni fa è riuscita a mangiarsi anche la storica Lynotipe. A metterli in contatto è stato lo studio legale di New York che assiste EasyReading al di là dell’Atlantico, uno tra i più prestigiosi, Finnegan, Faraboe, Garret & Dunner, Lp.

Perché mai Microsoft si stia interessando al font lo spiega bene lo stesso Federico Alfonsetti, che si definisce un grafico specializzato in alta leggibilità. “Parte tutto da uno dei principali insegnamenti di Bruno Munari, storico designer, che diceva "complicare è facile, semplificare è difficile" e anche dal concetto che lui aveva delle difficoltà, che vanno “concepite come un’opportunità per tutti". Il designer, sosteneva Munari, prima studia il problema poi lo risolve mettendoci del bello. E per Microsoft avere un font ad alta leggibilità non può che costituire un’opportunità. E il fatto che il carattere sia già sperimentato e tradotto per tutte le lingue latine è un vantaggio inequivocabile”.

C’è un solo scoglio da superare. Microsoft vuole capire se è vero che il font è realmente efficace per i dislessici, se ne facilita veramente la lettura. Non che non si fidi dell’Ordine degli psicologi toscani, ma vuole un’altra sperimentazione e un confronto con altri font. Uno nuovo studio indipendente è già in corso. Verrà condotto da un’Università italiana, ma con una sorta di supervisione americana. Per ora, ricorda Alfonsetti, è l’unico font al mondo realizzato per i dislessici, ben 700 milioni di persone nel mondo.

EasyReading è il frutto di otto anni di lavoro e di 800mila euro di investimenti. A scommette su quel pugno di grafici torinesi è stato anche Marco Canali, imprenditore del tessile che ama mettere soldi sulle buone idee. Ma il lavoro è tutt’altro che finito. Nel 2018 il font verrà
adattato oltre che per gli alfabeti di origine latina anche per il cirillico, il greco antico, il copto, il russo e tutte le lingue slave. E il cinese e l’arabo?  “L’arabo ci stiamo pensando, ma per il cinese è presto. Quella sì sarebbe una vera sfida”

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