lunedì 5 agosto 2013

L'OSSESSIONE COSMETICA. SARA FICOCELLI, Bellezza ad ogni costo. Corsa alla chirurgia estetica, LA REPUBBLICA, 1 agosto 2013

Modelli (irraggiungibili) imposti dai canoni di bellezza di pubblicità e star system, ma anche l'occasione per "ricominciare". Cosa c'è dietro la corsa a cambiare il proprio corpo. Ormai riguarda tutti, anche gli uomini, e il costo non è più un ostacolo grazie ai viaggi della speranza nei Paesi dell'Est o del terzo mondo. Ma i rischi sono i agguato e alla fine sempre più persone restano insoddisfatte. E, nonostante la crisi, l'Italia occupa il terzo posto nella classifica dei Paesi che ricorrono al bisturi.



ROMA - Segnato dalle cicatrici, tumefatto dai lividi, gonfiato dagli antidolorifici, privo di orecchie. Si fatica a intravedere, dietro il volto di Alicia Douvall, la modella inglese che per somigliare a una bambola si è inflitta 350 interventi, di cui 49 al viso, la fisionomia di una donna un tempo bellissima. La sua maschera è il sintomo di una malattia che contagia senza virus, la stessa che ha ucciso Claudia Aderotimi, cantante americana che per gonfiarsi il fondoschiena si è fatta iniettare una dose letale di silicone liquido, e Jackie Stallone, la madre di Sylvester, che dopo innumerevoli interventi al viso ha dichiarato, pentita, si vedersi simile a "uno scoiattolo con la bocca piena di noci".

Come una malattia. Per ammalarsi di mal di bellezza basta accendere la tv, sfogliare un giornale, andare in palestra, alzare gli occhi verso un cartellone pubblicitario. Dappertutto, si imprimono negli occhi donne scolpite dalla mano di Dio, senza età, senza un filo di pancia o di cellulite, senza rughe. Donne "senza", a cui è stato tolto qualcosa, prive di quella naturalità che rende i corpi unici e, soprattutto, umani. Donne alle quali, volenti o nolenti, tutte vorrebbero somigliare. Raggiungerle è impossibile ma la chirurgia plastica ed estetica può dare una mano a correggere alcuni difetti ed è questa la ragione per cui, secondo l'Isaps (International Society of Aesthetic Plastic Surgery), l'Italia occupa il terzo posto nella classifica dei Paesi che ricoronno al bisturi, con un numero di interventi effettuati nel 2011 pari a 820.000, più di 13 ogni mille persone con una clientela che è per il 70% femminile. Un successo confermato da manifestazioni come Miss Chirurgia Estetica, che si terrà a Bellaria (Rn) il 21 agosto, che fa sembrare ormai lontanissimi i tempi di Anna Magnani, affezionata alle rughe perché "ci ho messo una vita per farmele". Oggi la tendenza è dettata da Nina Moric, Alba Parietti, Meg Ryan, Melanie Griffith, Jessica Lange, Nicole Kidman, Cher, Carla Bruni, donne di straordinaria bellezza che per il timore di perderla hanno affidato il corpo a bisturi e botulino. In molti casi pentendosene.

Darsi una seconda possibilità. Al di là dello star system, il fenomeno riguarda anche la donna della porta accanto, la madre di famiglia, la ragazza che ha appena impugnato il diploma, la nonna giovanile che vuole darsi una stiratina alle rughe. Al di là dello star system, il fenomeno riguarda anche la ragazza della porta accanto, la madre di famiglia, l'adolescente vicina al diploma, la nonna giovanile che vuole darsi una stiratina alle rughe. L'Isaps ha rilevato che, nel 2011, circa 8,5 milioni di persone in tutto il mondo sono finite sotto i ferri per questioni di bellezza, e l'87% degli interventi sono stati effettuati da donne. Negli Usa, numerose ricerche dimostrano che negli ultimi 20 anni il seno delle donne è "cresciuto" dalla terza alla quinta e in Italia, secondo uno studio dell'Associazione Donne e Qualità della Vita, condotto su donne separate legalmente, il 30% ha ammesso di utilizzare l'assegno di mantenimento corrisposto dal coniuge principalmente per ricorrere al bisturi.

Il paziente tipo. Secondo i dati Aicpe (Associazione italiana di chirurgia plastica estetica) diffusi quest'anno, la paziente tipo ha un'età media tra i 35 e i 45 anni; la liposuzione, ossia l'eliminazione del grasso in eccesso, è l'intervento più praticato, seguita da blefaroplastica (il ringiovanimento dello sguardo), trapianto di grasso autologo (lipofilling e lipografting) e aumento del seno. "Anziane, adulte e giovanissime, il fenomeno è trasversale - spiega Alfredo Borriello, direttore dell'Unità Operativa di Chirurgia Plastica dell'ospedale Pellegrini di Napoli - e riguarda sempre più anche gli uomini, circa 3 ogni 10 pazienti. La maggior parte delle donne fra i 18 e i 25 anni credono che la correzione di un difetto fisico possa offrire maggiori opportunità sul lavoro; quelle fra i 40 e i 50 anni spesso chiedono di operarsi in seguito a un licenziamento o a cambiamenti di vita, sperando così di rilanciarsi. Mantenersi giovani e trovare più facilmente un impiego: queste le motivazioni principali".

Ragazze copertina. Ci sono poi le pazienti alla ricerca di una bellezza "da copertina", che arrivano alla visita con la foto dell'attrice  o della "letterina" di turno e chiedono di avere una precisa parte del corpo come quella della donna sulla rivista. "Con queste pazienti - spiega Giovanni Botti, chirurgo plastico presidente di Aicpe - bisogna fare molta attenzione: hanno obiettivi irrealistici, nessuna cognizione dei limiti del proprio corpo e non capiscono quanta finzione e fotoritocco può esserci dietro la carta patinata del giornale. Non hanno un problema di identità psico-fisica, seguono soltanto la moda. Non saranno dunque mai soddisfatte né di se stesse né probabilmente dei risultati chirurgici, perché non potranno mai essere uguali al modello che hanno davanti. Sono pazienti da non operare".

Insoddisfazione in agguato. A muovere il tutto, dunque, insicurezza, che spesso poi genera altra insicurezza. Non sempre infatti gli interventi riescono al meglio, tanto che un terzo degli interventi, spiega Borriello, viene fatto per riparare a errori e complicanze derivanti da operazioni precedenti. "La mastoplastica additiva - spiega - rimane l'intervento più criticato, con il 30% delle lamentele. Seguono la riduzione del seno (15%), interventi sui capillari (12%), rinoplastica (12%), blefaroplastica (chirurgia estetica alle palpebre, 9%) e chirurgia plastica alle orecchie (6%)". Il 75% delle pazienti operate si dichiara mediamente soddisfatta, un 16% così così e il 9% pentita, tra palpebre rovesciate, seni squilibrati, liposuzioni imperfette.

Qui la crisi non c'è. Altro dato interessante è che, benché la crisi economica dissangui gli italiani, impedendo di comprare case, pagare affitti e andare dal dentista e colpendo tra l'altro soprattutto le donne, i soldi per gli interventi di questo tipo si trovano sempre e, stando ai dati Aicpe, la medicina estetica, che già nel 2011 aveva registrato una crescita del 7-9%, nel 2012 è aumentata del 10-12% circa. Un intervento al seno nel Nord Italia costa in media 9mila euro, 6mila al Sud, una blefaroplastica (ricostruzione della palpebra), al Nord costa sui 3mila euro e al Sud 2mila, l'inserimento di protesi al glutei al Nord 12mila euro e al Sud 8mila, mentre per i trattamenti a base di acido ialuronico e botulino il costo varia in base alla zona da trattare e al quantitativo da iniettare, e si aggira tra i 300 e 600 euro. "Ovviamente - precisa Borriello - la variazione di costo dipende dalla struttura, dalla fama del chirurgo, dalla qualità delle protesi che si scelgono e dalla durata del ricovero".

C'è anche il low cost. Per risparmiare molte donne si affidano a mani straniere nei Paesi dell'Est o in Tunisia, Brasile, Argentina, Indonesia. Viaggi della speranza che permettono anche ai "nuovi poveri" di comprarsi un paio di labbra nuove o un seno florido. Pagando talvolta un prezzo altissimo in termini di salute. "Partiamo dal presupposto che gli interventi di chirurgia estetica hanno sempre un margine di rischio, tutti, anche quelli fatti in Italia - spiega Giulio Basoccu, chirurgo estetico responsabile della Divisione Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell'Ini (Istituto neurotraumatologico italiano) di Grottaferrata - ma operarsi nel proprio Paese offre indubbi vantaggi: in Italia possiamo chiedere informazioni sulla struttura sanitaria dove ci opereremo e conoscere con grande anticipo il chirurgo estetico al quale potremo fare tutte le domande che ci vengono in mente sull'operazione. Tra i rischi in agguato, c'è poi quello di trovarsi a fare i conti con un risultato ben diverso da quello sperato, in linea con un Paese diverso, con altri canoni di bellezza. Le strutture di questi Paesi a chirurgia low cost sono inoltre solitamente carenti e gli standard di assistenza  inferiori ai nostri, se così non fosse i prezzi degli interventi lieviterebbero equiparandosi a quelli italiani. Infine, da non sottovalutare è l'aspetto psicologico. Un conto è essere operati nel proprio Paese con accanto familiari e amici, un altro è ritrovarsi in un posto sconosciuto, il più delle volte senza il sostegno delle persone care e senza la serenità di potersi consultare direttamente, al ritorno a casa, col chirurgo artefice dell'intervento. L'assistenza post-operatoria è molto importante".

Prodotti tossici. Gli interventi di chirurgia estetica, va detto, sono delle vere e proprie operazioni e bisogna quindi scegliere con cura il chirurgo e la struttura ospedaliera, diffidando di prezzi troppo stracciati o di un atteggiamento di eccessiva faciloneria da parte del personale medico. "Promesse di tempi di recupero troppo brevi - conclude Borriello - devono far sospettare che le cose non vengano proprio fatte a regola d'arte. Se non possiamo permetterci questo tipo di interventi in assoluta sicurezza, è meglio rinunciare". Anche il botox, usato abitualmente dal 2002 per il miglioramento temporaneo delle rughe di espressione fra le sopracciglia, a causa della sua naturale tossicità non è privo di rischi ed effetti collaterali, e per quanto riguarda l'intervento di liposuzione, se non viene eseguito da mani esperte e in ambienti idonei e se la pelle non ha una buona tonicità, rischia di lasciare irregolarità e danni alla cute.

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