giovedì 1 agosto 2013

NUOVE COMUNITA'. ALESSANDRA DAL MONTE, Cuore precario: "Mi chiamo Nicla e sono asessuale", IL CORRIERE DELLA SERA, 1 agosto 2013




Pubblichiamo il racconto di Nicla, 25 anni, studentessa di Scienze della Comunicazione a Milano. Si definisce “asessuale”, cioè disinteressata al sesso. E’ iscritta al forum di riferimento degli asessuali italiani, Aven che conta oltre 2.500 membri.
http://www.asexuality.org/it/



Mi chiamo Nicla, ho 25 anni e sono asessuale. Cioè disinteressata al sesso: non ho mai provato né la curiosità né il desiderio di fare l’amore. Quindi alla mia età sono vergine. E non sento nemmeno la necessità di fare autoerotismo: semplicemente, non ho impulsi sessuali. Da adolescente, quando le mie amiche parlavano di sesso, pensavo di non essere ancora “sbocciata”. Ma poi sono arrivati i 20 anni e io continuavo a non essere sessualmente attratta da nessuno.

Intorno a quell’età mi sono innamorata di un amico che avevo conosciuto su un forum. All’epoca ero introversa, non uscivo molto, amavo leggere e scrivere. So che sembra un cliché, ma quando sei selettiva in amicizia e cerchi persone con i tuoi stessi interessi, il posto migliore per trovarle è internet. Ho conosciuto così molti dei miei attuali amici. Lui, comunque… non avevo realmente intenzione di confessargli i miei sentimenti; pensavo che volendo avrei potuto avere una chance con lui, ma mi piaceva troppo la nostra amicizia. Però mi divertivo a immaginare “come sarebbe stato” stare con lui.
Solo dopo mesi mi venne in mente che se fossimo stati insieme avrei “dovuto” fare l’amore con lui. Il pensiero non mi dava fastidio, ma nemmeno mi attirava. Era come l’idea di andare a fare la spesa o guardare lo sport insieme; una cosa che si fa perché si fa, e si fa insieme perché si è in coppia. Tutto sommato non mi sembrava una cosa preoccupante; non pensavo che sarebbe stato d’ostacolo a una relazione. Ma con gli anni, passata la cotta – alla fine con l’amico ho deciso di non dichiararmi, non ero sicura di volermi esporre – ho ricominciato a vedere il mondo con lucidità, e ho iniziato a notare delle differenze fra me quelli che avevo intorno: per me fare l’amore era il prezzo da pagare per stare in una relazione, invece sembrava che per i miei conoscenti stare in una relazione fosse il prezzo da pagare per poter fare l’amore.
Il sesso, poi, è sempre più libero, esistono storie di sesso, “amici di letto”, incontri-lampo casuali. Il sesso è senza impegno, quasi gratis. Forse sembra così importante perché veniamo esposti in ogni momento a stimoli sessuali; in primis con la pubblicità. Ma nessuno spot farebbe presa se non andasse a risvegliare degli interessi che già ci sono. Mi chiedo spesso se è poi vero che oggi si pensa al sesso più che nei tempi passati. Forse l’unica differenza è che oggi lo si può dire. O che lo si deve dire. Forse l’unica differenza è sociale, e l’uomo, nel suo intimo, è lo stesso da sempre.
Non posso condannare questo periodo di ipersessualizzazione. Mi sembra una risposta naturale ai precedenti secoli di repressione sessuale. Posso solo sperare che, passata l’onda del momento, si arrivi a una situazione più sana, di vera libertà, libertà di vivere la propria sessualità come si vuole, senza dover reprimere né ostentare.
Comunque, ho sempre pensato che cercare il proprio piacere fosse legittimo. È giusto assecondare le proprie pulsioni, se questo non nuoce a nessuno. Ma verso i 20 anni ho iniziato a capire che io le pulsioni proprio non le avevo. Mi consideravo un’osservatrice esterna di questo frenetico gioco basato sul sesso, non concepivo che qualcuno potesse pensare a me in termini sessuali. È umano, aspettarsi dagli altri un comportamento simile al proprio. Non ero sessualmente interessata agli altri, quindi ero stupita che qualcuno potesse essere interessato a me. Inoltre, ci si aspetta che una donna della mia età abbia esperienza nel campo delle relazioni; gli approcci che ricevi dopo i 20 anni sono diversi da quelli che ricevi a 15 anni. Non avendo fatto esperienze graduali a 15 anni, è stato abbastanza scioccante venire catapultata nel mondo delle aspettative altrui in età adulta.
A un certo punto il divario fra me e “il resto del mondo” ha iniziato a essere troppo grande. Non c’è un episodio in particolare, è stata una somma di piccole cose… ma quando delle persone a cui sorridi per pietà (perché non m piacevano, volevo solo essere gentile) ti dicono di desiderarti, e di essere convinte che anche tu le desideri solo perché hai mostrato carineria, inizi a capire la differenza di vedute. Credevo di sapere cosa aspettarmi dagli altri, ma ho capito di non saperlo. Ho cercato risposte, senza grandi risultati. Poi, su Yahoo Answers lessi una domanda in cui si parlava di asessualità; cercai la parola su Google. Quasi due anni fa approdai al forum Aven Italia, dove ho capito che non ero sola. E che sono asessuale.
Un asessuale è una persona che non prova attrazione sessuale. Non è una scelta, è un orientamento. C’è chi è attratto verso gli uomini, chi verso le donne, chi verso entrambi, verso tutti… e chi verso nessuno.
Non comporta per forza la castità, molti asessuali sono in coppia con persone non asessuali e scelgono di fare l’amore per compromesso. Io credo che potrei farlo, se fossi innamorata. Ma non penso che sarò mai il tipo di persona che prende l’iniziativa: non avere esperienze sessuali non mi manca. Anzi, non sento proprio la necessità di provare. Non sono in cerca di una storia perché mi sentirei in colpa a privare qualcuno della possibilità di avere una relazione più… normale. Per questo non l’ho detto ai miei genitori: mia madre non vede l’ora di vedermi accasata con bambini. Tutto sommato, penso che fare coming out non dovrebbe essere obbligatorio per nessuno.

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