sabato 19 ottobre 2013

ETOLOGIA. PRIMATI ED UMANI. S. REGINA, Cure materne: tra i bonobo base del successo dei piccoli, IL CORRIERE DELLA SERA, 19 ottobre 2013

Il rapporto madre-figlio è cruciale non solo per lo sviluppo socio-emotivo dei piccoli umani ma anche tra le scimmie









Il rapporto madre-figlio è cruciale non solo per lo sviluppo socio-emotivo dei piccoli umani ma anche dei cuccioli di bonobo. Anche per questi primati, nostri parenti molto prossimi, le cure materne sono infatti determinanti per acquisire abilità sociali, come relazionarsi con gli altri ed essere cooperativi, oltre che per imparare a gestire le proprie emozioni. Lo spiegano su Proceedings of the National Academy of Sciences ricercatori della Emory University di Atlanta.

I bonobo e le cure materne

NELLA RISERVA AFRICANA - Gli autori della ricerca, Zanna Clay e Frans de Waal, hanno osservato i giovani bonobo di una riserva nella Repubblica democratica del Congo: alcuni nati in riserva e allevati dalle loro mamme, altri invece rimasti orfani in giovane età a causa dei bracconieri. In particolare, hanno monitorato il loro modo di giocare, di affrontare le frustrazioni e di consolare i coetanei in difficoltà. Hanno così riscontrato particolari somiglianze con noi umani e aspetti interessanti dello sviluppo sociale ed emotivo di queste grandi scimmie antropomorfe che, tipicamente, vivono in comunità matriarcali.
SAPER CONSOLARE - Da un lato, è emerso che i piccoli bonobo più capaci di far fronte alle delusioni, causate per esempio dall’aver perso un combattimento, sono anche più propensi a consolare gli altri, con una carezza, un bacio o un abbraccio. Confermando dunque quanto le abilità sociali siano strettamente correlate al controllo delle emozioni. In pratica, «i giovani bonobo che manifestano una migliore competenza sociale ed emotiva rispondono più frequentemente alla sofferenza altrui offrendo consolazione», sottolinea de Waal, ricordando le affinità con gli esseri umani. In effetti, anche le persone più in grado di gestire le proprie emozioni manifestano una maggiore empatia verso gli altri e maggiore propensione a consolare chi è in difficoltà.
L’IMPORTANTE SOSTEGNO MATERNO - Dall’altro, il comportamento consolatorio risulta più comune tra i bonobo allevati dalle proprie mamme, meno invece tra gli orfani cresciuti dagli umani, a dimostrazione dunque dell’importanza del legame madre-figlio per lo sviluppo delle competenze socio-emotive. «Abbiamo osservato infatti come i bonobo, a seconda del tipo di cure ricevute (materne o umane), rispondono diversamente a eventi stressanti, sia se coinvolti personalmente, per esempio una lotta persa, sia quando sono testimoni dell’angoscia e del disagio altrui». Gli orfani infatti mostrano maggiori difficoltà nel gestire le emozioni: hanno in pratica bisogno di più tempo per riprendersi da una sconfitta, e, in preda allo sconforto, continuano a urlare più a lungo. Lo studio, dunque, evidenzia come la deprivazione sociale, la mancanza cioè di un sicuro sostegno materno influenzi lo sviluppo dei bonobo, così come è stato osservato nei bambini. I «cuccioli» socialmente deprivati dimostrano infatti maggiore ansia, difficoltà nello sviluppare relazioni sociali e minor empatia.
RELAZIONE - «Del resto le competenze sociali nelle primissime fasi di vita si acquisiscono tramite la relazione con la mamma, che è anche la prima compagna di gioco», aggiunge Elisabetta Palagi, primatologa dell’Università di Pisa.«Solo con il passare del tempo, poi, man mano che aumenta la competenza sociale, il gioco tra pari sostituisce il gioco madre-figlio». Insomma, la mamma è la chiave del successo sociale del piccolo bonobo, «perché la relazione con lei è fondamentale per lo sviluppo psicomotorio e psicosociale, così come in fondo lo è per i bambini». I maschi adulti, invece, sono buoni compagni di gioco in una fase più avanzata dello sviluppo. «Le cure materne», conclude la ricercatrice pisana, «sono inoltre fondanti per imparare a percepire le emozioni provate dagli altri e sviluppare un atteggiamento consolatorio, come d’altro canto i cuccioli deprivati dal contatto con la loro mamma sono psicologicamente più deboli e manifestano di provare minor sollievo quando consolati».

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