venerdì 18 ottobre 2013

PSICOLOGIA SOCIALE. SERGE MOSCOVICI, Passi tratti da Le rappresentazioni sociali, 1989

Estratto da S. Moscovici, R. M. Farr,  Le rappresentazioni sociali, Il Mulino, 1989




1. Gli studi e gli esperimenti che confermano la tesi dell’autore

   “(…) la paura di ciò che è estraneo e degli stranieri è profondamente radicata. Essa è stata osservata nei bambini fra i sette e i nove anni e numerosi giochi infantili costituiscono, in realtà, un mezzo per superare questa paura, per controllare il suo oggetto. I fenomeni di panico delle masse discendono in modo frequente dalle stesse cause e sono espressi negli stessi drammatici movimenti di fuga e di angoscia. Questo avviene perché il timore di perdere i punti di riferimento consueti, di perdere il contatto con ciò che fornisce un senso di continuità, di reciproca comprensione, è insopportabile. E quando la diversità si impone a noi sotto forma di qualcosa “non abbastanza” come dovrebbe essere, noi istintivamente la rifiutiamo perché minaccia l’ordine prestabilito” (40)

   “Il pensiero sociale è tributario più delle convenzioni e della memoria che della ragione, delle strutture tradizionali piuttosto che delle correnti strutture intellettuali o percettive. Denise Jodelet* ha analizzato le reazioni degli abitanti di vari villaggi nei confronti di handicappati mentali che erano stati collocati fra loro. Questi pazienti, dall’apparenza quasi normale, nonostante le istruzioni che gli abitanti del villaggio avevano ricevuto, continuavano ad essere visti come alieni, malgrado la loro presenza fosse stata accettata da moltissimi anni e malgrado essi condividessero la vita quotidiana degli abitanti del villaggio così come le loro case. Perciò diventa evidente che le rappresentazioni alle quali essi avevano dato origine derivavano da visioni e nozioni tradizionali ch determinavano le relazioni fra gli abitanti del villaggio e loro stessi” (41)

   “Le rappresentazioni sociali sono create da due meccanismi, l’ancoraggio e l’oggettivazione. L’ancoraggio è un processo che porta qualcosa di estraneo e disturbante che ci riguarda nel nostro particolare sistema di categorie e lo confronta con il paradigma di una categoria che riteniamo adatta. E’ come ancorare una barca alla deriva ad una delle boe del nostro spazio sociale. Così, nello studio di Denise Jodelet, per gli abitanti del villaggio, i malati mentali collocati in mezzo a loro dall’associazione medica furono immediatamente giudicati mediante standard convenzionali e paragonati agli idioti, ai barboni, agli spastici, con tutto ciò che, nel dialetto locale, era chiamato ‘rogues’. Nella misura in cui un dato oggetto o una data idea è confrontato con il paradigma di una categoria, esso acquisisce le caratteristiche di quella categoria ed è ri-accomodato per riadattarsi ad essa. Se la classificazione così ottenuta è generalmente accettata, allora qualsiasi opinione che si riferisce a quella categoria si riferirà anche a quell’oggetto o a quell’idea. Ad esempio, al summenzionata opinione degli abitanti del villaggio su idioti, vagabondi e spastici è trasferita, non modificata, ai malati mentali” (46)




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* Alcune opere di Denise Jodelet (dal 1997 direttore di studi dell’l'École des hautes études en sciences sociales di Parigi).

Pensée mythique et représentations sociales,  Denise Jodelet - Eugenia Coelho Paredes

Mythes et représentations sont des formes distinctes de la pensée sociale. Le présent ouvrage rassemble les contributions d'anthropologues et de psychosociologues, en vue de préciser quelques-unes des modalités de la relation établie actuellement entre ces deux formes de pensées. Dans l'espace de vie d'une tribu indienne du Brésil, ou au vue de l'incarnation de l'identité de genre dans la littérature féminine contemporaine, les liens entre mythes et représentations sociales mis à jour s'avèrent multiples et diversifiés.

Les representations sociales

Située à l'interface du psychologique et du social, de l'individuel et du collectif, la notion de représentation sociale engendre, depuis plusieurs décennies, un puissant courant de recherche en psychologie sociale oú elle joua un rôle rénovateur. Elle tend, aujourd'hui, à occuper une position centrale dans les sciences humaines oú on lui prête un rôle réunificateur. Cet ouvrage donne un aperçu des réalisations auxquelles l'étude des représentations sociales a donné lieu et des potentialités qu'elle porte. vingt et un chercheurs et enseignants d'europe et d'outre-atlantique y ont apporté leur concours. ils mettent en lumière les rapports de l'analyse des représentations sociales avec différentes disciplines (anthropologie, linguistique, logique, psychanalyse, sociologie. ). il en est de même avec certains modèles de la psychologie sociale, et divers champs d'application et de recherche (économie, éducation, vulgarisation scientifique. ). le travail de synthèse et d'exploration, la réflexion critique des auteurs sont, pour la recherche, plus qu'une introduction, une impulsion

Folies et répresentation sociales (1989) analyse des colonies familiales de Dun sur Auron et Ainay le Château réalisée en 1970.
Estratto da S. Moscovici, R. M. Farr,  Le rappresentazioni sociali, Il Mulino, 1989

2. I quattro principi metodologici seguiti nelle ricerche sulle rappresentazioni sociali


   Tutte le ricerche condotte su questo fenomeno hanno condiviso 4 principi metodologici : 1) ottenere materiale da campioni di conversazione che hanno luogo normalmente in una società ; 2) considerare le rappresentazioni sociali come un mezzo di ri-costruzione della realtà ; 3) il carattere delle rappresentazioni sociali è rivelato soprattutto in periodi di crisi e di agitazioni ; 4) le persone che elaborano tali rappresentazioni sono viste come qualcosa di simile ad uno ‘studioso’ dilettante e i gruppi che essi formano come equivalenti moderni di quella società di studiosi dilettanti che esistevano circa un secolo fa.
1)          Il primo psico-sociologo ad affermare che opinioni e rappresentazioni sono create nel corso delle conversazioni come modi elementari di mettersi in relazione e di comunicare fu Gabriel Tarde. Egli dimostrò come esse emergano soprattutto in luoghi riservati (come i ritrovi, i bar) ; come esse siano determinate dalle dimensioni fisiche e psicologiche di quegli incontri fra individui e come esse cambino con il passare del tempo. Egli elaborò anche un piano per una scienza sociale del futuro che dovrebbe consistere nello studio comparativo di conversazioni. Infatti le interazioni che naturalmente si verificano nel corso delle conversazioni, rendono individui e gruppi capaci di familiarizzarsi con oggetti ed idee incongrue e così di dominarli. Tali infracomunicazioni e tale pensiero, fondati sulla diceria, costituiscono una sorta di strato intermedio fra la vita privata e la vit pubblica e facilitano il passaggio dall’una all’altra. In altri termini la conversazione è come il punto centrale dei nostri universi consensuali perchè essa modella ed anima le rappresentazioni sociali e dà loro una vita propria (80).
2)        
3)          In periodi di crisi ed agitazione la gente è più disposta a parlare, le immagini e le espressioni sono più vivaci, la memoria collettiva è eccitata e il comportamento diventa più spontaneo. Gli individui sono motivati dal loro desiderio di comprendere un mondo sempre più inconsueto e perturbato. Le ricostruzioni sociali sembrano disadorne, dal momento che le decisioni e le barriere fra mondo pubblico e privato sono diventate indistinte. Ma la crisi peggiore si verifica quando le tensioni fra universi reificati e consensuali creano una spaccatura fra il linguaggio dei concetti e quello delle rappresentazioni, fra la conoscenza scientifica e la conoscenza comune. E’ come se la società fosse stata divisa e non ci fosse più un mezzo per colmare la distanza fra i due universi. Ciò può accadere a seguito di nuove scoperte, nuove concezioni e della loro divulgazione nel linguaggio quotidiano e nella consapevolezza collettiva. Queste possono essere seguite da reali rivoluzioni del senso comune che non sono meno significative delle rivoluzioni scientifiche (81-82) ;
4)          Questa è la natura della maggior parte delle riunioni informali, delle discussioni nei bar e nei club o delle riunioni politiche dove i modi di pensiero e di espressione riflettono le curiosità che vengono espresse e i legami sociali che vengono stabiliti al momento. D’altra parte, molte rappresentazioni derivano dai lavori professionali che sono indirizzati a questo ‘pubblico di dilettanti’; penso a quei pedagogisti, a quei divulgatori di scienza e a quei giornalisti di un certo tipo i cui scritti rendono possibile a chiunque di vedere se stesso come un sociologo, un economista, un fisico, un dottore o uno psicologo (82)


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