martedì 19 luglio 2016

DISLESSIA E POPOLAZIONE. REDAZIONE, La dislessia: patologie associate e nuovi approcci terapeutici, FONDAZIONE BRF, 7 aptile 2016

La Dislessia è un disturbo di natura genetica che colpisce bambini in età scolare con ripercussioni sull’apprendimento, sulla sfera sociale e psicologica. È caratterizzato dalla difficoltà di leggere in modo corretto e fluente, e dalla difficoltà ad acquisire la capacità di scrivere.
Nei bambini dislessici ci sono alcune aree del cervello poco attive o con un livello di attivazione alterato. Purtroppo è un disturbo che permane negli anni, per questo l’intervento sul bambino dislessico non mira alla “guarigione” o alla remissione del disturbo, ma all'elaborazione di strategie e percorsi alternativi che gli consentono di migliorare fino a raggiungere la migliore capacità di acquisire informazioni attraverso la lettura e di poter scrivere nel modo più corretto possibile.



La dislessia è stata un tratto comune per molti personaggi famosi. Esiste una lunga schiera di scienziati, musicisti, attori che nonostante la dislessia hanno potuto esprimere ugualmente il loro genio e le loro peculiarità intellettive. Alcuni esempi sonoAlbert Einstein, fisico tedesco naturalizzato statunitense; John Lennon , il «genio» dei Beatles, ucciso nel 1980 da Mark Chapman ; l'attore Tom Cruise; il pittore Pablo Picasso; il celebre attore, sopratutto tra gli anni Sessanta e Settanta, Steve McQueen  ; il compositore e pianista austriacoWolfgang Amadeus Mozart; e, ancora, Agatha Christie, giallista britannica di fama mondiale; Nikola Tesla, scienziato serbo croato, inventore della corrente alternata.

La dislessia è presente come “disturbo di lettura puro” in circa il 10% dei casi totali. Per il restante 90% il disturbo si presenta associato ad altre forme patologiche. Nel 50% dei casi si associa ad altri Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) come ladisgrafia – grafia poco o scarsamente leggibile-  ladisortografia – prestazione deficitaria nel dettato- e la discalculia – difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri, nella pratica con le tabelline ed i calcoli mentali rapidi e nella capacità di svolgere correttamente addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni. Il restante 40% dei casi si associa ad altre forme morbose di natura psichiatrica come l’ADHD (Disturbo dell’Attenzione con Iperattività), i disturbi dell’umore (la Ciclotimia, il Disturbo Bipolare e la Depressione), i disturbi d’ansia, il Disturbo Ossessivo-Compulsivo.

"La dislessia - spiega il Prof. Armando Piccinni, presidente della Fondazione Brf Onlus - è una patologia su base neurobiologica. Non si può andare a correggere un’area del cervello, però si può fare molto altro. Si possono insegnare tecniche di lettura specifiche. Per esempio, in modo graduale si può far imparare al bambino a leggere parole prima senza doppie, poi senza accenti e così via. Ci sono vari strumenti per aiutare chi ha la dislessia, dai computer, agli audiolibri a volumi scritti con caratteri particolari. In Italia la stima più prudente ci dice che ha problemi di dislessia circa il 3% della popolazione". Esiste però disaccordo riguardo i dati di frequenza del disturbo; nel mondo anglosassone si parla di 10% (sarebbe dovuto alla difficoltà ulteriore dovuta alla differenza tra parola scritta e pronunciata) altre statistiche parlano del 5% ed oltre. "Tra le nuove frontiere per il trattamento della dislessia - continua il Prof. Piccinni - è da segnalare la stimolazione cerebrale non invasiva. Mediante l’utilizzo di una micro-stimolazione a bassissima intensità elettrica è possibile migliorare le capacità di lettura dei bambini in tempi ridotti. La stimolazione non è neppure percepita dai bambini durante il trattamento e non determina nessun effetto indesiderato o fastidioso. La tecnica è stata sperimentata dai ricercatori di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma . È la prima volta che si tenta questa strada".

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Restorative, Neurology and Neuroscience. Per condurlo è stata utilizzata la tecnica di Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta  ( tDCS) procedura non invasiva con passaggio di corrente a basso voltaggio (pari a quello necessario ad alimentare il monitor di un pc) già impiegata per la terapia di alcuni disturbi come l’epilessia focale o la depressione. In sei settimane di trattamento, i bambini sottoposti alla procedura hanno migliorato del 60% la velocità e l’accuratezza in alcune prove di lettura, passando da 0,5 a 0,8 sillabe lette al secondo. Il risultato di 0,3 sillabe di miglioramento al secondo è quanto un bambino dislessico ottiene spontaneamente (ovvero senza terapia) nell’arco di un intero anno. I miglioramenti sono stati visibili già dopo un mese.

"Il miglioramento - evidenzia il Prof. Piccinni - si è dimostrato stabile anche dopo un mese dall’ultima seduta. Questa ricerca potrebbe aprire la strada a nuove prospettive di riabilitazione della dislessia, con una sostanziale riduzione dei tempi, dei costi della terapia e del disagio per le famiglie nel dover sostenere lunghi percorsi di cura e di ridotta efficacia documentata. Va sottolineato che la tDCS non vuole sostituirsi, ma integrare la terapia logopedica tradizionale, tanto che i risultati dimostrano la loro particolare efficacia proprio in combinazione con la terapia tradizionale. Alcuni dislessici presentano in alcune aree della corteccia una bassa connettività neuronale, anche a riposo, come se fosse un motore mal carburato che gira male e va al minimo, e che non risponde quindi con la dovuta prontezza alle sollecitazioni quando c’è bisogno di accelerare (in questo caso alla richiesta di attività posta dalla lettura). La tDCS interviene proprio su questo meccanismo inefficiente e quindi può essere molto utile al recupero".Una novità per facilitare la lettura dei soggetti dislessici e consentire l’accesso semplificato ai mezzi elettronici è quanto propone una nuova serie di caratteri denominati Test Me.

Test Me è una font open source che ha delle caratteristiche progettate per migliorare la lettura dei testi da parte delle persone con dislessia. Presenta come caratteristica una forte differenziazione tra lettere confondibili o ribaltabili: ad esempio la “i” maiuscola con la “l” minuscola; “d” e “b”; e così via.

Ma è soprattutto un sistema di sperimentazione. La font è presente in differenti versioni che variano soltanto rispetto ad alcune specifiche caratteristiche: primo per le grazie (i caratteri con grazie possiedono alle estremità degli allungamenti, o meglio dei piccoli tratti posti ortogonalmente rispetto alla linea del carattere. Es: Times New Roman ha le grazie, Arial invece no), e secondo per la differenziazione tra i singoli caratteri. Questo consente di capire quali sono gli elementi che possono fare davvero la differenza, fuori dai luoghi comuni. serie di caratteri, realizzati da Luciano Perondi  con Leonardo Romei , è gratuita e può essere migliorata da tutti poiché ha codice libero. Al momento è stata adottata in alcuni libri Feltrinelli e in un tablet pensato appositamente per i dislessici: l’Edi Touch.

1 commento:

  1. La dislessia non è una patologia ma una caratteristica dell'individuo come avere gli occhi azzurri o essere mancini.

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