FAR crescere nel proprio grembo un figlio per conto di un'altra coppia alla quale poi sarà dato il bambino. Questa scelta, che riguarda fondamentalmente una sfera etica e personalissima, sul piano giuridico è considerata una pratica che molti paesi, tra cui l'Italia, vietano per legge. La discussione sulla cosiddetta maternità surrogata divide l'opinione pubblica e si è riaccesa stavolta dopo l'annuncio che il leader di Sel, Nichi Vendola, e il suo compagno canadese Ed Testa sono diventati papà ricorrendo appunto alla madre in affitto. Da una parte c'è chi sostiene che è un modo di aiutare donne con problemi di salute o persone dello stesso sesso, nella maggior parte dei casi maschile, che desiderano avere un figlio. I contrari la definiscono una nuova forma di sfruttamento, dal momento che, nella gran parte dei paesi dove la pratica è consentita, alla madre surrogata viene riconosciuto un compenso, ma nessun diritto sul nascituro.
In Italia il comma 6 dell’articolo 12 della legge 40 sancisce che "chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro". La gestazione per conto terzi è vietata anche in Svezia, Norvegia, Danimarca, Germania, Francia, Spagna e Finlandia, mentre è permessa in molti altri Paesi, dagli Stati Uniti all'India.
In molti paesi dove la maternità surrogata è consentita, i rapporti tra le parti coinvolte vengono disciplinati da accordi privati, come i contratti pre-nascita frequenti negli Usa. In paesi come la Cambogia, la Thailandia o il Nepal, dove affittare il proprio utero è legale, spesso si verificano fenomeni di sfruttamento di donne povere. Avere un bambino su commissione è possibile negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in quasi tutto il Sud Est Asiatico, in Sudafrica, in Brasile, in Messico, ma anche in Grecia, a Cipro, in Inghilterra e soprattutto nell’Europa dell’Est. Russia e Ucraina sono la meta preferita della maggioranza delle coppie eterosessuali italiane, mentre per i gay la scelta cade quasi sempre sugli Stati Uniti.
La cittadinanza del bambino. Determinante per la scelta del Paese-meta, anche prima dell'analisi dei costi, è la questione del riconoscimento giuridico: chi si affida a Canada e Stati Uniti, rientrando in Italia non rischia ripercussioni di carattere penale perché i neonati hanno cittadinanza e passaporto americani o canadesi e dunque non ci sono problemi di trascrizione dei certificati di nascita. Chi invece sceglie Russia e Ucraina deve fare i conti con il fatto che i bambini non hanno alcuna cittadinanza e per uscire dal territorio hanno quindi bisogno di un'autorizzazione da parte del Consolato. In questo passaggio, in presenza di sospetta pratica di utero in affitto, possono scattare le segnalazioni alla magistratura italiana e nei confronti delle coppie tornate in Italia può scattare l'inizio di un procedimento penale per "alterazione di stato di nascita", reato punibile con la reclusione dai 3 ai 10 anni.
Il compenso vietato in Canada e Regno Unito. Gli unici paesi in cui è vietata la retribuzione della 'gestazione per altri' sono Canada e Regno Unito. In Canada si trovano agenzie specializzate in grado di seguire tutto il percorso di questa forma di maternità surrogata altruistica. Esistono centri clinici specializzati per eventuali donatori di sperma o donatrici di ovuli, che devono preferibilmente essere diverse dalla surrogata. Le agenzie sono inoltre estremamente accurate nella stesura dei contratti che legano gli aspiranti genitori a sé (contratto di mandato), alla portatrice ed eventualmente ai donatori. Vengono scelte solo donne che hanno già avuto dei figli e possono accedervi sia le coppie eterosessuali che quelle omosessuali. Nel Regno Unito la maternità surrogata è vietata ai single. Dopo la nascita il bambino viene adottato dalla coppia che ha fatto ricorso a questo tipo di gestazione.
Usa. Gli Stati Uniti sono stati la prima nazione al mondo ad aver consentito la maternità surrogata. La situazione cambia da uno stato all'altro. In alcuni stati è consentita solo in forma 'altruistica' (ossia senza compenso per la gestante). Esistono agenzie specializzate che seguono le coppie e le gestanti. Diverse norme tutelano le donne più povere e la gestante non può essere anche la madre biologica del bimbo. Il ricorso all'utero in affitto è consentito a tutti: eterosessuali, coppie gay e single.
Grecia. In Grecia dalla maternità surrogata sono escluse le coppie gay e viene concessa solo nei casi in cui l'aspirante mamma non possa portare avanti la gravidanza. E' il caso di donne prive di utero o di ovaie, o che soffrono di patologie le quali metterebbero a rischio la loro vita. Gestante e aspiranti genitori devono risiedere in Grecia e la gestante riceve solo un rimborso spese.
Belgio, Paesi Bassi e Danimarca. In questi tre paesi l'utero in affitto è consentito, ma deve esserci un legame biologico fra il bambino e gli aspiranti genitori.
Russia, Ucraina e Biolorussia. In Russia, Ucraina e Biolorussia l'utero in affitto è diffuso ed è a pagamento; possono accedervi però solo le coppie eterosessuali e le donne single. In questi paesi, le agenzie garantiscono un percorso clinico sicuro. La gestante rinuncia al bambino e i due componenti della coppia committente vengono registrati come genitori. In Russia l'ovocita non può essere quello della gestante.
India. In India è legale dal 2002. Le gestanti sottoscrivono un contratto prima della nascita e rinunciano al bambino. Essendo previsto un 'pagamento', molte donne vi ricorrono per affrontare le difficoltà economiche.
I costi. Anche in caso di maternità altruistica, la donna che presta il suo utero riceve del denaro, così come vengono pagate le agenzie di intermediazione, le cliniche, e le donatrici che forniscono alle coppie etero e gay i loro ovociti. I costi sono alti quando la donna chiede un compenso e variano da paese a paese: si va dai picchi di 130mila euro negli States ai 30mila di Grecia e Russia, dai 20mila euro dell’Ucraina ai 15mila euro dell’India. I contratti prevedono che la donna portatrice rinunci a ogni diritto sul bambino, dica 'Sì' all’aborto in caso di malformazione, sia disponibile a fornire il suo latte dopo il parto e paghi delle penali se non rispetta gli standard sanitari che le vengono richiesti. Nei paesi più ricchi i contratti tutelano maggiormente la donna. In alcuni Stati, come la Thailandia, era possibile per i committenti rifiutare il figlio con una malattia o un handicap.
I dati. Nel 2010 in California sono nati da maternità surrogata circa 1.400 bambini, la metà dei quali su richiesta di coppie straniere. In India sono attive oltre 3mila cliniche, per un business che supera i 400 milioni di dollari l'anno e vede portare a termine almeno 1.500 casi di surrogazioni l'anno, un terzo dei quali per conto di stranieri. In Ucraina nel 2011 sarebbero state portate a termine con successo 120 gravidanze, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto. Metà degli accordi coinvolge coppie straniere.
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