martedì 22 marzo 2016

SCUOLA ITALIANA NEL TEMPO. F. TADDIA, “I professori? Negli anni sono diventati degli amici”, LA STAMPA, 22 marzo 2016

92 giorni all’esame: cosa provi?  
«C’è un forte senso di attesa, un’attesa non brutta ma strana. In verità non vedi l’ora che tutto finisca, ma nello stesso tempo si sa che non finirà solo la scuola: dovremo abbandonare gli amici, le sicurezze, questa vita a cui siamo abituati. Il desiderio e l’impegno sarebbe quello di studiare di più nei prossimi mesi, ma il primo sole di questi giorni fa solo venire voglia di andare al mare. E, a dire il vero, è quello che stiamo facendo». 



Cosa ti hanno dato questi cinque anni?  
«Mi hanno cambiato carattere, mi hanno sbloccato, mi hanno reso più socievole. Anche il rapporto con i professori è diventato più diretto e amichevole. Mi mancheranno molto». 

«La mia classe: si, a volte siamo uno zoo, ma siamo anche capaci di essere attenti e disciplinati»  

Cosa rappresentano per te?  
«Sono professori, e fanno il loro lavoro: pretendono giustamente che ognuno di noi si dia da fare al massimo. Però in questi ultimi anni sono diventati anche degli amici. Ci si scambia messaggi via WhatsApp, abbiamo fatto un gruppo di classe e a volte se siamo in difficoltà via messaggio ci aiutano a fare i compiti di pomeriggio o ci spiegano cose che non abbiamo capito in aula fuori orario». 

Come ti descriveresti?  
«Non saprei. Sono un ragazzo normale, a cui non manca nulla: ho i genitori, i nonni, un fratello. Da qualche mese ho anche la ragazza e, poiché vivo in un paese piccolo, di 4mila abitanti, tengo tantissimi ai miei amici: infatti un giorno esco con loro e l’altro con la fidanzata. Così mantengo un buon equilibrio e nessuno si lamenta». 

E a parte lo studio e gli amici, hai altre passioni?  
«Sì, faccio molto sport: ci tengo all’aspetto fisico. Credo che a 18 anni sia importante: si ha l’età giusta per essere in forma, per stare bene, e quindi va dedicato tempo all’allenamento. Mi piace, soprattutto in spiaggia, essere piacevole. Quindi vado in palestra, dove pratico calisthenics, una sorta di ginnastica a corpo libero, e corro in bicicletta». 

«La mia “ragazza”, di cui la fidanzata vera è gelosissima: la bicicletta. Come diceva Mario Cipollini: “La bici ha un’anima. Se si riesce ad amarla dà emozioni indimenticabili”»  

Cos’è per te la maturità?  
«E’ la capacità di prendere decisioni importanti con saggezza, non fare cavolate. Insomma, essere responsabile e con la testa sulle spalle. E in questo, devo confessare, avere una fidanzata aiuta molto». 

Hai già scelto cosa farai il prossimo anno?  
«Sì. Mi sto già preparando per partecipare al concorso per allievi marescialli della Guardia di Finanza. Fin da piccolo sono attratto dall’uniforme. Un po’ per difendere la bandiera e un po’ perché è un lavoro che dà sicurezza, con un buon stipendio e un posto fisso tranquillo che mi può permettere in futuro di mettere su famiglia». 

Il mare, il mio mare: siamo inseparabili. Ogni occasione è buona, con qualsiasi tempo, per andarci. Da solo o con gli amici  

Come ti vedi da adulto?  
«Così, come ti ho detto: l’uniforme, il lavoro, una moglie, un paio di figli, una vita serena in un piccolo paese e una casa vicino al mare. Senza mare non ci potrei stare». 

Quale domanda vorresti che ti fosse fatta durante l’esame di maturità?  
«Forse vorrei che mi chiedessero proprio questo, ovvero come mi vedo tra dieci anni. Mi piacerebbe salutare i professori lasciandogli il ricordo di me come mi hanno conosciuto e un’anticipazione di quello che sarà». 

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